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Tre ciotole

registaIsabel Coixet
castAlba Rohrwacher, Elio Germano, Francesco Carril, Silvia D'amico, Galatéa Bellugi, Sarita Choudhury, Pietro Sparvoli, Matteo Carlomagno, Giuseppe Pestillo, Luisa Ricci, Vera Gemma, Alessandro Lo Cascio, Cosimo Desii, Teodoro Giambanco, Luca Pennacchioni, Lorenzo Pizzo
paeseItalia
anno2025

Orari

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Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Ma sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte.

Martedì 04 Novembre A 4 EURO PER TUTTI CON “La Regione del Veneto per il cinema di qualità: I martedì al cinema”

ADATTAMENTO DELL’ULTIMA RACCOLTA DI RACCONTI DI MICHELA MURGIA, TRE CIOTOLE È UNA PELLICOLA DELICATA E DOLCE, CHE NON MANCA PERÒ DELLA CRUDA ONESTÀ CHE CARATTERIZZA L’OPERA DELL’AUTRICE: UN FILM CHE INVITA A VIVERE A PIENO IL TEMPO CHE ABBIAMO, EMOZIONANTE E CARICO DI SPERANZA.

«Nel leggere il racconto di Michela Murgia sono rimasta affascinata dal modo in cui tratta un tema comune a tutti gli esseri umani: la difficoltà di superare la perdita di una persona amata. L’autrice affronta questo tema in modo originale, offrendo un’analisi insolita del rapporto di una coppia nel tentativo di superare un lutto. Nel suo racconto, i problemi coniugali si manifestano attraverso il cibo, un aspetto quotidiano della vita che diventa metafora della loro relazione» (Isabel Coixet)

«La regia di Coixet è fatta di momenti, tessere di un mosaico che trova la sua definizione solo alla fine, e la sceneggiatura, della stessa Coixet e di Enrico Audenino, ha la delicatezza di una fiaba, e allo stesso tempo quell’onestà cruda che era la cifra esistenziale e comunicativa di Michela Murgia. L’invito è a “smetterla di occuparsi delle cose stupide” e a “fare della propria vita ciò che vogliamo”, fregandosene di quello che pensa la gente. Si esce dalla visione del film non tristi, ma motivati a non sprecare neanche un minuto in stronzate, o con gente che non ci piace e che ci fa sentire soli.» (Paola Casella, MYmovies.it)