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L’ultima via di riccardo bee

registaEmanule Confortin
paeseItalia
anno2023

Orari

Riccardo Bee è stato uno dei più forti rocciatori dell’epoca in cui è vissuto, ma la sua eredità alpinistica è in parte avvolta nel mistero. A quarant’anni dalla scomparsa, L’ULTIMA VIA DI RICCARDO BEE non intende celebrare la grandeur di uno scalatore, ma si propone di cogliere il lascito di un marito, di un padre, di un amico costretto da una sorta di incantesimo a cercare un confronto sempre più profondo con sé stesso.

“Premio del pubblico – Miglior Film di Alpinismo Rotari” Trento Film Festival

IL FILM BENEFICIA DELLA TARIFFA SPECIALE CINEMA REVOLUTION,
GRAZIE AL CONTRIBUTO STRAORDINARIO DEL MINISTERO DELLA CULTURA – INGRESSO € 3,50

Riccardo Bee è stato uno dei più forti rocciatori dell’epoca in cui è vissuto, ma parte della sua eredità alpinistica rimane avvolta nel mistero. Attivo soprattutto nelle amate Dolomiti, ha realizzato ripetizioni e vie nuove di elevatissimo impegno. Si è unito in cordata con diversi compagni, a partire da Franco Miotto, ma è in solitaria che Bee ha trovato la sua dimensione, compiendo imprese capaci di ispirare generazioni di alpinisti e ancora oggi temute e rispettate.
A quarant’anni dalla scomparsa, L’ultima via di Riccardo Bee non intende celebrare l’immagine dell’alpinista eroe, ma si propone di cogliere il lascito di un marito, di un padre, di un amico spinto da una sorta di incantesimo a cercare in montagna un confronto sempre più profondo con sé stesso. Centrali nella trama sono le testimonianze di chi lo ha conosciuto e amato, a partire dalla moglie Carla e dalle figlie Federica e Valentina, le cui voci svelano l’esistenza di un legame di cordata anche per gli alpinisti solitari.
Il contesto scelto per questa narrazione ci porta da Belluno agli abissi del Burel, poi nel profondo della Valle di San Lucano e sulle pareti del gigante per eccellenza, il Monte Agner. Grazie alla digitalizzazione di filmati girati in Super8 nel 1982, quest’opera ripercorre il capolavoro dell’alpinista bellunese, il “Pilastro Bee” sulla Ovest dell’Agner, prova tangibile del talento del suo apritore.