ISPIRANDOSI ALLA FORMA TESTUALE DEGLI HAIKU, I MIEI VICINI YAMADA È UN RACCONTO FRAMMENTATO IN MICRO-EPISODI CHE COMPONGONO UN FILM DIFFICILMENTE CATALOGABILE, UNO DEI PIÙ SPERIMENTALI DELLO STUDIO GHIBLI, LEGGERO, MALINCONICO, BELLISSIMO.
I miei vicini Yamada di Isao Takahata usciva al cinema, per la prima volta, nel 1999. In Italia arriva in sala solo oggi, grazie a Lucky Red, come terzo appuntamento della nuova edizione della rassegna Un mondo di sogni animati. Sotto diversi punti di vista, si tratta di un film fondato sulla libertà creativa e artistica.
La famiglia protagonista, gli Yamada, vive la propria quotidianità in modo semplice. La storia viene raccontata dalla prospettiva della piccola Nonoko. O almeno questa è la primissima impressione che si ha, proprio all’inizio del film, quando le linee si mettono insieme e s’intrecciano e il voice over riempie la scena. È tutto immediato, pulito, delicato. E libero, lo ripetiamo. Come il disegno di un bambino.
Questo film mostra tutto il potenziale che può avere l’animazione, dividendosi tra sequenze più essenziali e spoglie e sequenze più ricche e curate, con un tratto che si fa quasi – quasi, lo sottolineiamo – realistico e decisamente più spesso. La trama è composta da tanti episodi, ma il punto, se volete, non è questo. Il punto è che Takahata è stato in grado di restituire la sua verità a una famiglia che non esiste trasformandola in un simbolo.
C’è il Giappone che lavora ogni giorno, in questo film. E poi ci sono i nonni che aiutano i figli e i nipoti, e i giovani che non sanno che cosa fare con la loro vita. C’è il rapporto tra adulti e bambini che spesso si capovolge, dimostrando l’incredibile maturità dei secondi e la profonda impreparazione dei primi. Soprattutto, però, c’è la voglia di stare insieme nonostante i litigi e le incomprensioni.
Nella loro innocenza viscerale e per niente maliziosa, gli Yamada si trasformano nell’esaltazione dell’affetto e della vicinanza. C’è una ricercatezza incredibile, anche se a una prima occhiata ogni cosa sembra scarna e povera. I colori, le ambientazioni, il modo stesso di modellare i personaggi e di renderli unici: I miei vicini Yamada è un capolavoro assoluto e senza tempo.