MARTEDÌ 25 A 4 EURO PER TUTTI CON LA REGIONE VENETO – NON SONO VALIDI GLI ABBONAMENTI
FERZAN ÖZPETEK TORNA A RISPLENDERE CON UNA NUOVA STORIA CORALE CHE È UNA TRIPLICE DICHIARAZIONE D’AMORE: ALLE DONNE, ALL’ARTE SARTORIALE E AL POTERE EMOZIONALE DEL CINEMA. CON UN MERAVIGLIOSO E VARIEGATO CAST IN FORMA SMAGLIANTE.
Un regista, le sue attrici e una riflessione sulla vita
«Come accade quasi sempre per i miei lavori parto da un’esperienza personale, ricordi di vita, talvolta forti suggestioni e perfino visioni trasfigurate. Domina sempre uno spunto autobiografico. E questo film scava nella memoria di quando negli anni ’80 come aiuto regista frequentavo le sartorie di cinema e teatro dove incontravo i grandi costumisti e naturalmente registi importanti, attrici, attori. Luoghi che mi affascinavano, sentivo l’incanto di quei santuari laici del bello dove la creatività si declinava con ingegno, forte laboriosità e dedizione. A quelle stanze animate soprattutto di donne mi sono ispirato per sviluppare l’idea di Diamanti, un cinema raccontato e “vestito” attraverso le storie di chi quei costumi li inventa, li disegna, ne testa i tessuti, palpa le stoffe, ricerca ostinatamente i punti di colore perfetti, le decorazioni, la mania per i dettagli che contribuiscono all’armonia della confezione finale, a volte veri capolavori. E’ anche un omaggio alla ricca tradizione dello stile, dell’eleganza raffinata e confortevole allo stesso tempo, alla grande artigianalità» (Ferzan Özpetek)
«Diamanti si apre e chiude con una di quelle tavolate che sono diventate un simbolo del cinema, e del modo di intendere la vita, di Özpetek. Intorno al desco di apertura siedono le attrici del film e lo stesso regista, intento ad annunciare loro le sue intenzioni e ad assegnare i ruoli. Diamanti è esattamente quello che ci aspettiamo dal miglior Özpetek, quello che ama in modo incondizionato le sue donne, e viene da loro ricambiato con fiducia e generosità. Il pubblico seguirà con partecipazione questa storia al femminile, che tuttavia non dimentica di rappresentare l’umanità.» (Paola Casella, mymovies.it)