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Illusioni perdute (illusions perdues)

registaXavier Giannoli
castBenjamin Voisin, Cécile De France, Vincent Lacoste, Gérard Depardieu, Xavier Dolan, Jeanne Balibar, André Marcon, Louis Do De Lencquesaing, Jean François Stévenin, Alexis Barbosa, Arnaud De Montlivault, Salomé Dewaels, Saïd Amadis, Edouard Michelon, Raphael Magnabosco, Maryne Bertieaux, Michèle Clément, Manon Crépel, Benoît Tachoires, Jean Paul Muel
paeseFrancia
anno2021

Orari

Lucien è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. Nella Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove tutto – e tutti – possono essere comprati e venduti.

Presentato in  concorso a Venezia 78.

Tratto dal capolavoro di Honoré de Balzac, una commedia umana con un cast eccezionale tra cui Benjamin Voisin, Xavier Dolan, Vincent Lacoste, Cécile de France e Gérard Depardieu.

«Ho letto il romanzo di Balzac quando avevo l’età del protagonista, quindi una ventina d’anni. Parla del destino di un ragazzo – oppure, se vogliamo, di una ragazza – che deve trovare il proprio posto nella vita e in ambito lavorativo, deve contemporaneamente salvare la propria integrità e cercare di vedere se può mantenere un compromesso tra le due cose. Diciamo che è una sorta di verità umana che non ha tempo, ecco perché quindi la scelta di questo adattamento. E poi c’è questa altra dimensione straordinaria, un po’ strana, anche polemica, in quanto Balzac ha vissuto la nascita del mondo moderno ed è il mondo in cui noi viviamo oggi. Illusioni Perdute è proprio la matrice di questo mondo moderno.» – Xavier Giannoli ad Artribune

«Un film moderno, liberissimo, sfrontato nonostante le apparenze, con la voce narrante che accompagna e chiosa senza soggiogare le immagini e i personaggi di questa società tribale, fiera della sua falsa verginità, che si muovono nel crinale tra vignette satiriche e fantasmi che rivendicano una presenza nel mondo. Come tutti i classici, Illusions perdues continua a esercitare un’influenza unica per la sua capacità di ficcarsi nell’inconscio: a Giannoli il merito di una rilettura che è soprattutto una nuova scoperta.» – Lorenzo Ciofani, cinematografo.it