Nick e Meg (Jim Broadbent e Lindsay Duncan) sono una coppia inglese di ultracinquantenni: lui professore universitario, lei insegnante di liceo. Decidono di festeggiare il loro trentesimo anniversario di matrimonio tornando per un weekend a Parigi, dove avevano trascorso la loro luna di miele. L’incontro inaspettato con un vecchio amico, Morgan (Jeff Goldblum), riuscirà a far capire a Nick tutto quello a cui tiene davvero nella vita, e nel suo matrimonio con Meg.
Nick e Meg sono due docenti inglesi sessantenni, sposati da trent’anni. Si sono recati a Parigi, il luogo romantico dove avvenne la loro luna di miele, per trascorrere un week end. Sono intenzionati a godere pienamente dei piccoli piaceri di una città che gli anglosassoni considerano diversa e sorprendente. In realtà vorrebbero cercare di ritrovare un’intesa e di rivitalizzare il loro matrimonio, ormai ridotto a una convivenza punteggiata da episodi di insofferenza, dopo che i figli, ormai adulti, si sono resi indipendenti. All’inizio del film arrivano in un modesto alberghetto di Montmartre. Meg lo rifiuta e trascina il riluttante Nick in un hotel prestigioso dove ottengono una suite. Poi iniziano una felice peregrinazione, girovagando tra bistrot e mercatini e concedendosi ristoranti di ottimo livello. Una sera il conto della cena risulta astronomico e riescono a defilarsi rocambolescamente senza pagarlo. Nel frattempo si scambiano impressioni e sensazioni. Nick annuncia anche il prossimo pensionamento forzoso, costretto dal rettore della facoltà, dopo essersi reso colpevole di una risposta non politically correct nei confronti di una studentessa negra. La vicenda scorre tra tentativi di nuovo corteggiamento da parte di Nick, schermaglie dovute a incomprensioni caratteriali e sprazzi di passionalità oltre il tradizionale understatement britannico. Poi incontrano il cinquantenne Tom, un vecchio amico yankee di Nick, economista alla moda stabilitosi a Parigi con una nuova moglie molto più giovane. Si recano ad un party nell’appartamento di Tom. Nel corso della serata sono rievocati i loro trascorsi di impegno politico radical, vengono allo scoperto vecchie ruggini e ferite e le ragioni della loro infelicità, ma emerge anche un sentimento d’amore controverso e, nonostante tutti, ancora vitale.
Michell, già regista di film gradevoli, con reinterpretazione intelligente di noti stereotipi, quali Notting Hill (1999), The mother (2003) e Hyde Park on Hudson (2012), ha articolato la narrazione costruendo un sapiente incastro di temi e suggestioni, punteggiato da uno humour fine e, a tratti, genuinamente esilarante. Le week-End è un film ben lontano dalle innumerevoli fiacche commediole dedicate a britannici e yankee in vacanza a Parigi e, soprattutto, evita il classico happy end. Articola le situazioni con delicatezza e risulta convincente, perché i suoi protagonisti, interpretati con evidente empatia da tre magnifici attori, sono ben riconoscibili, ma non scontati. Un grande merito va alla sceneggiatura di Hanif Kureishi che sviluppa un ardito equilibrio, modulando toni da commedia brillante e incisive analisi dei caratteri dei personaggi. (mymovies.it)