MARTEDI’ 03 MAGGIO A 3 EURO PER TUTTI
PRESENTATO IN CONCORSO AL 74. FESTIVAL DI CANNES (2021)
Una madre, una figlia è un’opera sulla forza delle donne, di due generazioni a confronto chiamate a collaborare per non soccombere sotto il peso di un apparato sociale che non consente loro una totale indipendenza.
Il film porta in scena le difficoltà di una madre e una figlia che uniscono le proprie forze per non lasciarsi stritolare da una società patriarcale. Porta in scena i colori e la luminosità del Ciad, ma anche l’oscurità e la povertà di una periferia sconnessa. Porta in scena anche l’amore. Quello di una mamma per una bambina che ha cresciuto da sola, quello di una comunità di donne che, nonostante tutto e tutti, riesce a fare rete, a creare un legame. Del resto, il titolo originale del film è “Lingui”, una parola usata in arabo ciadiano che indica proprio le connessioni o i legami, appunto. È un termine che implica solidarietà, mutuo soccorso, aiuto reciproco a restare a galla. Come spiega bene il regista, “io posso esistere solo se anche gli altri esistono. Questo è il lingui, questo è il filo comune, il legame sacro del nostro tessuto sociale. Essenzialmente, si tratta di una filosofia altruista. La parola simboleggia la resilienza di una società quando deve affrontare problemi e prove terribili. E quando questo lingui viene spezzato, preannuncia l’inizio di un conflitto”.