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Uccellacci e uccellini (ed. rest.)

registaPier Paolo Pasolini
castTotò, Ninetto Davoli, Femi Benussi, Francesco Leonetti, Gabriele Baldini, Ricardo Redi, Lena Lin Solaro, Rossana Di Rocco, Vittorio Vittori, Umberto Bevilacqua, Renato Montalbano, Renato Capogna, Alfredo Leggi, Pietro Davoli, Rosina Moroni, Flaminia Siciliano, Giovanni Tarallo, Lina D'amico, Cesare Gelli, Vittorio La Paglia, Domenico Modugno, Mario Pennisi, Fides Stagni
paeseItalia
anno1966

Orari

Totò e suo figlio Ninetto vagano per le periferie e le campagne circostanti la città di Roma. Durante il loro cammino incontrano un corvo. Il corvo narra loro il racconto di Ciccillo e Ninetto, due monaci francescani a cui San Francesco ordina di evangelizzare i falchi ed i passeri. I due frati non riusciranno a raggiungere il loro obiettivo, perché, pur essendo riusciti ad evangelizzare le due “classi” di uccelli, non avranno posto fine alla loro feroce rivalità: per questa mancanza verranno rimproverati da San Francesco ed invitati ad intraprendere nuovamente il cammino di evangelizzazione. Chiusa la parentesi del racconto, il viaggio di Totò e Ninetto prosegue; il corvo li segue e continua a parlare in tono intellettualistico e altisonante. I protagonisti, in un contesto fortemente visionario, incontrano altri personaggi. Alla fine del film i due, stanchi delle chiacchiere del corvo, lo uccidono e se lo mangiano.

Incontro introduttivo con Mirco Melanco

omaggio a pier paolo pasolini

Il viaggio picaresco di un padre e un figlio (la splendida, inattesa coppia Totò-Ninetto Davoli), accompagnati da un corvo parlante, lungo le strade dell’Italia del boom economico e della Nuova Preistoria. Incontrano artisti girovaghi bidonisti, ingegneri padronali, miseri contadini, fiorenti prostitute e dantisti dentisti. Pasolini concepisce il film come una favola sulla crisi dell’ideologia, in cui all’interno di un racconto ambientato nel cuore degli anni Sessanta se ne incastona un altro, sulla predicazione francescana ai falchi e ai passerotti, che si svolge nel Medioevo. Dopo Mamma Roma, Uccellacci e uccellini conferma la trasformazione del sottoproletariato romano che si sta avviando a diventare piccolo-borghese (Totò Innocenti, il padre protagonista, ha una piccola proprietà e infierisce contro una famiglia di contadini suoi debitori). Di questo processo, che ormai sta diventando inarrestabile, fa le spese un intellettuale, che, come nelle favole, ha sembianze di corvo e finisce per essere mangiato dai due sottoproletari suoi compagni di viaggio. A parte alcune sequenze di La ricotta, è la prima volta che Pasolini affronta il registro di un umorismo lunare: sceglie quindi come protagonista un grande attore napoletano, Totò, che forma una coppia felicemente inattesa con Ninetto Davoli, al suo esordio e destinato a diventare l’emblema stesso della vitalità giovanile e popolare nel cinema del poeta-regista.

È il mio film che continuo ad amare di più: prima di tutto per la ragione prima, perché, come ho già detto quando è uscito, è “il più povero e il più puro”; poi perché è il mio unico film che non ha ‘deluso le attese’, anche se si trattava delle ‘attese’ di una minoranza (l’opera d’arte deve sempre deludere le attese: ma nel caso di Uccellacci e uccellini ho con gioia sperimentato l’eccezione a questa regola); infine perché ho amato moltissimo i due attori protagonisti del film, Totò, dolce statua di cera, e Ninetto, attore per forza.