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Triangle of sadness

registaRuben östlund
castHarris Dickinson, Charlbi Dean, Zlatko Burić, Dolly De Leon, Henrik Dorsin, Woody Harrelson, Iris Berben, Sunnyi Melles, Vicki Berlin, Oliver Ford Davies, Jean Christophe Folly, Amanda Walker, Hanna Oldenburg, Malte Gårdinger
paeseSvezia
anno2022

Orari

Dopo il grande successo di “The Square”, Ruben Östlund torna al cinema con TRIANGLE OF SADNESS, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2022.

Carl e Yaya, una coppia di modelli, vive l’entusiasmo della Settimana della Moda di Milano prima di partire per un’esclusiva crociera a bordo di uno yacht nei Caraibi. Mantenuta in maniera impeccabile, l’imbarcazione è pilotata da un capitano di mare marxista e stravagante. La vacanza prende però una piega del tutto inattesa a causa di diversi eventi che si susseguono, da un’intossicazione alimentare a un attacco di pirati. Giunti su un’isola deserta, Carl, Yaya e i pochi altri passeggeri sopravvissuti dovranno abituarsi a vivere sotto le regole di un nuovo leader di gruppo: una cameriera filippina di mezza età.

2022 FESTIVAL DI CANNES: PALMA D’ORO

SECONDA PALMA D’ORO NELLA CARRIERA DEL REGISTA, “TRIANGLE OF SADNESS” PORTA ALLE ESTREME CONSEGUENZE LO STILE NARRATIVO E SARDONICO DELL’AUTORE SVEDESE: UN RITRATTO IMPIETOSO DELLA NOSTRA SOCIETÀ, DELL’UNIVERSO MASCHILE NEL MONDO CONTEMPORANEO E DELLE DINAMICHE TRA I SESSI CHE SI TINGE MINUTO PER MINUTO DI TINTE GROTTESCHE E ASSURDE.

Carl, un modello sulla tarda ventina si sente insicuro perché la sua fidanzata Yaya, anch’essa una modella, guadagna considerevolmente più di lui, mentre la sua carriera è in crisi. Dal canto suo, lei pare non sapersi decidere se considerare la loro una vera relazione o solo l’ennesimo espediente di facciata volto solo a guadagnare follower online. I due vengono invitati gratis a una lussuosa crociera nel Mediterraneo in cambio della pubblicità social che possono offrire in qualità di influencer. Tra i facoltosi partecipanti si contano una coppia inglese che ha fatto fortuna col commercio di granate e mine antiuomo, un programmatore svedese diventato miliardario grazie a un videogioco e un oligarca russo, magnate dei fertilizzanti, in vacanza con la moglie e l’amante. La crociera e la convivenza col deferente equipaggio dello yacht, fatta eccezione per l’eccentrico capitano, un americano costantemente ubriaco e comunista, sembrano scorrere tranquillamente, finché un naufragio non ribalta la gerarchia sociale di quel piccolo mondo e rende la bellezza di Carl e Yaya l’unica valuta valida.

Commento del regista

«Mi sono reso conto che è la terza parte di una trilogia, sull’essere maschi ai nostri tempi, qualcosa che permea Forza maggiore, The Square e ora questo. Abbiamo tre personaggi maschili, ognuno alle prese con l’immagine maschile. Ho affrontato questi personaggi con grande entusiasmo, anche perché posso attingere alle mie esperienze. L’uomo moderno è stato certamente analizzato e sezionato ultimamente, come tutti sappiamo, in tutta la sua goffaggine. Non è una trilogia pianificata, in quanto tale, ma mi piace il fatto che lo sia diventata e che ogni film faccia più luce sugli altri due. Può rafforzare i legami tra il pubblico e me stesso come regista e narratore.» (Ruben Östlund)

«Pura dinamite. Triangle of Sadness è esplosivo in tutti i sensi. Fragoroso come una risata impossibile da trattenere davanti a un film a tratti esilarante. Grottesco senza mai sembrare staccato dal reale, Östlund esaspera i toni e detta le sue leggi del contrappasso mettendo sotto torchio tutti i suoi personaggi esasperati. Lo fa con una scrittura eccezionale, ispirata, capace di tenere 2 ore e mezza di film in perfetto equilibrio tragicomico tutto il tempo. (…) Con questo film Östlund ha scritto il suo Il signore delle mosche (infatti di mosche nel film ne volano parecchie), ovvero un esperimento sociale estremo in cui è impossibile non riconoscere la disgrazia dell’umanità. Cinico come Parasite, di cui richiama le piramidi sociali da sovvertire, Triangle of Sadness è il tipico film che ti fa ridere e sogghignare a denti stretti, perché siamo davvero tutti sulla stessa nave. Tutti colpevoli e impossibili da salvare durante il nostro naufragio.» (Giuseppe Grossi, Movieplayer.it)