image/svg+xml

Tre colori – film bianco

registaKrzysztof Kieślowski
castZbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr, Aleksander Bardini, Grzegorz Warchoł, Cezary Harasimowicz, Jerzy Nowak, Philippe Morier Genoud, Juliette Binoche, Jerzy Trela, Cezary Pazura, Piotr Machalica, Barbara Dziekan, Marzena Trybała, Teresa Budzisz Krzyżanowska, Zdzisław Rychter, Bartłomiej Topa, Piotr Zelt, Andrzej Precigs, Grażyna Szapołowska
paeseFrancia
anno1993

Orari

Iscriviti al nostro canale WhatsApp per ricevere la programmazione e aggiornamenti

Costretto al divorzio dalla moglie Dominique (Delpy), parrucchiera francese, perché non consuma più il matrimonio, il polacco Karol (Zamachowski) deve rientrare da Parigi in Polonia dove, dopo essersi arricchito, architetta un perverso marchingegno per vendicarsi della donna. 2° film della trilogia sui colori della bandiera francese (bianco = uguaglianza), scritta, come Dekalog, con Krzysztof Piesiewicz (vi hanno collaborato anche la regista Agnieszka Holland, Edward Zebrowski e il direttore della fotografia Edward Klosinski), a differenza degli altri due film di timbro drammatico, è una commedia crudele che inclina al grottesco. A un livello di logica psicologica, appare qua e là sforzata e artificiosa con qualche espediente facilmente romanzesco.

IL SECONDO CAPITOLO DELLA TRILOGIA CHE KIESLOWSKI HA DEDICATO AI COLORI DELLA BANDIERA FRANCESE E AI VALORI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE: LIBERTÀ, UGUAGLIANZA, FRATERNITÀ. QUESTO È IL FILM DELLA EGUAGLIANZA: DOMINATO DA UNO SGUARDO CHE RIESCE AD ALTERNARE CON MAESTRIA UMORISMO E DRAMMA, IRONIA ED EMPATIA, È UNA UNIVERSALE PARABOLA UMANA SULLO SFONDO DELLE TRASFORMAZIONI UMANE E SOCIALI DELL’EUROPA NEGLI ANNI ’90.

1994 FESTIVAL DI BERLINO: ORSO D’ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA

«Credo sia un film con cui possiamo provare a confrontare le nostre debolezze umane. L’amore, la volontà di amare, il bisogno di amore. Ma anche la vendetta, la crudeltà e l’assenza di eguaglianza. In fondo, eccezion fatta per quanto concerne l’ambito giuridico, l’eguaglianza è un valore realmente irraggiungibile: nessuno di noi vorrebbe realmente essere uguale agli altri, tutti auspichiamo di essere i migliori.» (Krzysztof Kieslowski)

«’Film Bianco’ si discosta da ‘Blu’ che era sereno e grave, aperto e misterioso, impassibile e solenne. Questa volta Kieslowski compone una vicenda più semplice e desolata, più pesante e tinta di grottesco: più vicina, insomma, al ‘Decalogo’. Il racconto, intriso di una fatalità slava, si può leggere anche come una favola simbolica: la gente dei Paesi dell’Est, incapace di soddisfare i sogni dell’Occidente, ha tutto da guadagnare nel ritorno alle proprie radici. Anche se non ritrova l’audacia del suo film precedente, Kieslowski seduce ancora una volta per lo stile inimitabile, con immagini terrene (la vita quotidiana di Varsavia) ed eteree (attraverso flash-back e ralenti appena percettibili), portandoci in un universo raramente esplorato dal cinema. Un fascino dal quale non si sfugge.» (Vittorio Spiga, Il resto del Carlino)

ANCHE IN VERSIONE ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO