Presentato In concorso alla 79a Mostra del Cinema di Venezia
Nel nome del padre, ma pure del figlio. Dopo The Father – Nulla è come sembra, il folgorante esordio alla regia di Florian Zeller, vincitore di 2 premi Oscar, lo scrittore, drammaturgo e regista francese porta nelle sale italiane (dopo essere concorso alla 79.ma Mostra del cinema di Venezia), The Son, tratto, come la sua opera prima, dalla sua omonima pièce teatrale. Archiviata la demenza senile, il cineasta transalpino, questa volta, opta per un tema molto complicato e rischioso da rappresentare sul grande schermo, ovvero quello della depressione adolescenziale. Con la consueta e tuttavia efficace sobrietà, tra parole non dette, cravatte scure, completi da uomo grigi, uffici dall’arredamento minimale, l’autore illustra la vergogna e il dolore di una famiglia quando viene colpita dalla malattia mentale. Un tabù di cui è sempre difficile parlare nella fiction e nella realtà.
Come ha dichiarato in molte interviste il regista Zeller: ” Il film racconta la storia di un padre che non possiede gli strumenti per comprendere quello che sta accadendo a suo figlio. E un genitore amorevole, premuroso che fa del suo meglio per aiutare un ragazzo che sta attraversando una crisi. Ma non riesce a comprenderne i motivi neanche noi li comprendiamo. Non sa se sia legata all’adolescenza o dettataa da un disagio più profondo. E quello che scopre è che tutti i suoi sforzi non sono “,sufficienti e che l’amore non può bastare in certe situazioni.” Insomma, The Son ci ricorda che spesso e volentieri l’espressione “latina Omnia vincit amor” è soltanto il verso di una bellissima poesia e purtroppo la realtà risulta prosaicamente spaventosa