CANDIDATO ALL’OSCAR COME MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE
COLPISCE NEL SEGNO E SPRIGIONA L’ESPLOSIVITÀ DELLE IMMAGINI DEL CINEMA PIÙ PURO, CAPACE DI EMOZIONARE NELLA SUA SBALORDITIVA SEMPLICITÀ.
Liberamente ispirato dall’omonimo romanzo “Foster” di Claire Keegan
Film delicato, doloroso e riparativo che regala fiducia nella possibilità di suturare ferite e ricucire strappi. Ambientato negli anni 80 in un’Irlanda meravigliosa e incantata, disegna una vicenda di passaggi di una deliziosa bambina da una famiglia all’altra, difficili passaggi di madre e di padre.
Il film parla di cura, attenzione, ascolto attraverso i gesti, così fondamentali nella cura di un bambino. I dialoghi sono scarni, essenziali. Il silenzio parla più delle parole certe volte. I gesti danno un ritmo poetico e rassicurante alla vita e al legame che si va snodando fra i tre protagonisti.
Un film che cura e che insegna che i veri legami familiari non sono quelli di sangue ma sono quelli contraddistinti dall’attitudine alla premura per l’altro, alla stabilità alla coerenza e all’amore. Solo menti come queste sono in grado di aiutare un bambino a dar senso alla realtà e soprattutto allo stare al mondo.
Il finale è commovente e aperto. È lo squarcio della vita emotiva che si libera nella sua profondità e complessità tra amore e dolore…