2023 OSCAR: NOMINATION PER MIGLIOR FILM, REGIA, ATTRICE PROTAGONISTA, SCENEGGIATURA, FOTOGRAFIA, MONTAGGIO
2022 FESTIVAL DI VENEZIA: COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE ATTRICE
Magniloquente e trascinante, inquietante e appasionante: Tàr si affida ad una performance magnetica di Cate Blanchett per inscenare le eterne dinamiche dei rapporti di potere.
COMMENTO DEL REGISTA:
«Lo sappiamo tutti come funziona quando sono gli uomini ad abusare del loro potere, perché sono gli uomini ad avere il potere, da sempre. Donne e gay sono stati tagliati fuori dai giochi, perciò in qualche modo si può dire che questo film sia una favola, un racconto lontano dalla realtà. Ciò che volevo esplorare era il funzionamento del meccanismo, perché il potere per durare richiede complicità, impone che un sacco di gente rivolga lo sguardo altrove e permetta gli abusi. Siamo così naturalmente portati a voler dominare gli altri… Se avessi fatto un film su un uomo che mette in atto queste dinamiche credo che non sarebbe importato a nessuno, leggiamo storie simili ogni giorno sui giornali, io certamente non sarei andato a vederlo. In quel milieu, il mondo della musica classica, non c’è mai stata una sola donna alla guida di una delle grandi orchestre. Questa è la ragione della mia scelta, perché vorrei che il film sollecitasse domande.»
«Il copione è stato scritto per un’artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. I cinefili, gli appassionati e il pubblico in generale non ne saranno sorpresi. Dopotutto, Blanchett è una maestra assoluta. Mentre giravamo il film, l’abilità sovrumana e la verosimiglianza di Cate sono stati qualcosa di veramente sbalorditivo da vedere. Ha avuto un effetto positivo su di tutti. Il privilegio di collaborare con un’artista di questo calibro è qualcosa di impossibile da descrivere adeguatamente.
Sotto ogni punto di vista, questo è il film di Cate.» (Todd Field)
«Al cuore dell’indagine di Field si trova il tema sempre più attuale dell’abuso di potere e dell’estrema difficoltà di separare sfera privata e professionale. Quando quest’ultima conduce oltre ogni aspettativa ed espone a continue lusinghe, è possibile mantenere il controllo senza cedere alla tentazione di sostituirsi a Dio e gestire i destini degli esseri umani? Starà allo spettatore valutare se sia giustificato l’odio verso Lydia, cercando di discernere l’artista dalla donna. Ma Field ha il merito di mettere in campo elementi a favore tanto dell’accusa che della difesa, ad esempio illustrando le lezioni tenute da Lydia – sequenza straordinaria – e fortemente incentrate su un nervo scoperto della contemporaneità, la tendenza odierna a mettere in discussione grandi artisti del passato – Wagner, Bach, così come Woody Allen – sulla base della loro vita privata.» (Emanuele Sacchi, Mymovies.it)