SECONDA SORTITA NEL CORTOMETRAGGIO PER IL REGISTA SPAGNOLO, QUESTA VOLTA INVITATO DA YVES SAINT-LAURENT A CONFRONTARSI CON IL “PICCOLO FORMATO” DEL CINEMA: NON TANTO UNA RILETTURA IRRIVERENTE DEL WESTERN QUANTO UN NUOVO TASSELLO DELLA SUA FILMOGRAFIA SEMPRE PIÙ MALINCONICA E RIFLESSIVA, STUDIO PSICOLOGICO DI DUE UOMINI CHE SI RIVELANO NELLE LORO OMBRE E LUCI INQUADRATURA PER INQUADRATURA.
V.O. INGLESE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
2023 FESTIVAL DI CANNES: FUORI CONCORSO
«È il mio primo western ed è un western anacronistico, diverso: è molto teatrale, si basa tutto sui dialoghi tra i due protagonisti. Non volevo mostrarli nudi, volevo le voci nude. Nei miei film ci sono tante scene di sesso esplicite, ma, con il passare del tempo, preferisco sempre più mostrare il desiderio in un altro modo» (Pedro Almodóvar)
«Strange Way of Life trabocca di alcuni dei temi cardine del cinema recente del regista spagnolo, dal rapporto irrisolto con sé stessi al tentativo di espiare una colpa, dalla distanza temporale – i due non si vedono da venticinque anni all’inizio del film – al rapporto genitoriale con le responsabilità che ne conseguono. (…) Ovviamente elegantissimo e sgargiante, Strange Way of Life resterà probabilmente un tentativo isolato per Almodóvar, che conferma però la raffinatezza della regia, e l’amore viscerale per i personaggi che porta in scena, e che hanno ancora il coraggio di vivere i propri sentimenti liberamente, oggi come nel vecchio e selvaggio west.» (Raffaele Meale, Quinlan.it)