MARTEDÌ 22 NOVEMBRE A 3 EURO PER TUTTI
La forza del grande cinema italiano che ha fatto scuola nel mondo stava tutta nello sguardo autoriale lucido, sincero e spesso amaro sul reale. Con Siccità Paolo Virzì fa sua la lezione dei maestri di ieri e realizza un film graffiante e colmo di umanità che avrebbe potuto firmare Ettore Scola.
Drammatico ma non lacrimevole, umoristico ma non farsesco, apocalittico ma non retorico, Siccità è scritto a otto mani dallo stesso Virzì con Francesca Archibugi, Paolo Giordano e Francesco Piccolo.
COMMENTO DEL REGISTA
Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte, ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria, connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo. Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente. Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente, secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno all’altro in un intreccio più grande. Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”.