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Siberia

registaAbel Ferrara
castWillem Dafoe, Dounia Sichov, Simon Mc Burney, Cristina Chiriac, Valentina Rozumenko, Daniel Giménez Cacho, Anna Ferrara, Phil Neilson, Stella Pecollo, Ulrike Willenbacher, Laurentio Arnatsiaq, Fabio Pagano, Trish Osmond, Marc Pistono
paeseItalia
anno2020

Orari

Clint (Willem Dafoe) è un uomo profondamente tormentato dai demoni del suo passato, tanto da cercare di trovare un minimo di pace vivendo quasi completamente isolato in mezzo alle nevi e ai ghiacci, dove gestisce una piccola locanda. Un giorno, però, a bordo della sua slitta trainata dai cani inizierà un viaggio che lo condurrà negli abissi più oscuri della sua anima.

il nuovo film di Abel Ferrara
con Willem Dafoe

Il viaggio di un uomo nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione alla ricerca della sua vera natura.

Dopo essere stato presentato in Concorso alla 70. Berlinale, arriva al cinema SIBERIA, l’ultimo film di Abel Ferrara – una produzione Vivo film con Rai Cinemamaze pictures e Piano – che segna una nuova collaborazione tra il regista di Il cattivo tenente e Fratelli, da oltre quarant’anni tra le voci più originali e riconosciute del cinema contemporaneo, e Willem Dafoe, dopo New Rose Hotel, Go Go Tales, 4:44 Last Day on Earth, Pasolini, Tommaso. Un film onirico e coraggioso che è anche un’indagine profonda e pericolosa nell’inconscio del suo protagonista.

SIBERIA è un viaggio visionario che ci conduce nella vita di Clint, un uomo tormentato che si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci, nella speranza di ritrovare la serenità. Clint gestisce un piccolo locale, frequentato dai rari viaggiatori di passaggio e dai pochi abitanti della zona. Ma neanche in questo isolamento riesce a trovare pace. Una sera, con la sua slitta e i suoi cani, si mette in viaggio verso il mondo che un tempo conosceva, nel tentativo di affrontare se stesso. Un viaggio nei sogni, nella memoria e nell’immaginazione, alla ricerca della sua vera natura. 

Spiega Abel Ferrara: “Dopo Pasolini questa storia ha iniziato a prendere forma nella mia mente: immagini assurde, a dir poco strane, lontane dalla città, lontane dalla modernità. Le ho lasciate scorrere dentro di me. Un posto, una sorta di universo alla Jack London, mute di cani, una serie di incontri e di soste nel corso di un viaggio, segnati da luoghi e tempi selvaggiamente diversi. Non ho tentato di scrivere una sceneggiatura perfetta, ma al contrario di raccogliere queste immagini attingendo alla memoria, cercando di creare delle opportunità, di provocare il nostro modo di pensare, di comporre un’esperienza da registrare, sperando che sia abbastanza trasparente e piena di vita da risuonare negli spettatori. Cose che a volte sono difficili da spiegare, ma che è sempre interessante tradurre in un’esperienza puramente cinematografica. Questo non è un addio a quello che ho fatto e abbiamo fatto sino ad ora – è una continuazione. A partire dal mio primo film mi sono immerso sempre più nell’oscurità. Nutro un grande desiderio per quello che il cinema può essere”.