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ROMA

castYalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa, Carlos Peralta, Nancy García

VINCITORE DI 3 PREMI OSCAR:
? MIGLIOR FILM STRANIERO
? MIGLIOR REGIA
? MIGLIOR FOTOGRAFIA

– CANDIDATO A 10 PREMI OSCAR 2019 PER: MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGISTA, MIGLIOR FILM STRANIERO, SCENEGGIATURA ORIGINALE, MIGLIOR ATTRICE (YALITZA APARICIO), MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA (MARINA DE TAVIRA), FOTOGRAFIA, SCENOGRAFIA, MONTAGGIO E MISSAGGIO SONORO.
– LEONE D’ORO ALLA 75. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2018).
– GOLDEN GLOBE 2019 COME MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA, AD ALFONSO CUARÓN COME MIGLIOR REGISTA. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR SCENEGGIATURA.

VERSIONE ORIGINALE IN SPAGNOLO CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO (non esiste il film doppiato in italiano)

Le vicende di una famiglia borghese messicana che vive nel quartiere Roma a Città del Messico negli anni settanta. In un anno turbolento Sofia, madre di 4 figli, deve fare i conti con l’assenza del marito, mentre Cleo affronta una notizia devastante che rischia di distrarla dal prendersi cura dei bambini di Sofia, che lei ama come se fossero i propri…

“Fotografato in un risplendente bianco e nero, il film sa trasmettere quel senso di confusione se non di sconfitta e fallimento che il Messico attraversava in quegli anni, dove la borghesia (vedi il marito) preferisce fuggire e il proletariato (come il fidanzato di Cleo) sfoga la rabbia nella violenza. Cosi come assume forza metaforica il destino dell’indigena Cleo, madre mancata per sé ma madre salvifica per i figli della borghesia. Un sovraccarico di senso che però finisce per togliere vitalità al film, troppo perfetto nelle sue studiatissime inquadrature e nei suoi ricercati movimenti di macchina per emozionare davvero. Svelando quello che è probabilmente il problema delle produzioni Netfiix affidate a registi di gran nome: una libertà tanto grande da favorire gli eccessi.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 31 agosto 2018)