Neïla Salah è cresciuta a Cretail. Giovane e brillante donna sogna di diventare avvocato quando, iscritta all’università di Ussas, segue il corso del rinomato ma provocatorio professor Pierre Mazard. Ben presto, uno scontro tra i due finirà con il permettere a Neïla, coadiuvata dal mentore tanto tirannico quanto benevolo, di tuffarsi nel mondo dei giochi di parole, della retorica e dell’eccellenza.
Approfondimento
QUASI NEMICI: FUORI DAGLI SCHEMI
Diretto da Yvan Attal e sceneggiato dallo stesso con Victor Saint-Macary, Yaël Langmann, Noé Debré e Bryan Marciano, Quasi nemici – L’importante è avere ragione racconta la storia di Neïla Salah, una ragazza di origine algerina che è cresciuta a Creteil e sogna di diventare un avvocato. Iscritta alla rinomata facoltà di giurisprudenza dell’università Assas di Parigi, il primo giorno di lezione arriva tardi in aula imbattendosi subito in Pierre Mazard, un docente noto per i suoi comportamenti provocatori e per la cattiva condotta. Attaccando la studentessa, Pierre è costretto dall’intervento dei suoi superiori a scusarsi in qualche modo e accetta di preparare Neïla per un prestigioso concorso di eloquenza. Cinico ed esigente, Pierre potrebbe rivelarsi proprio il mentore di cui lei ha bisogno. Tuttavia, entrambi dovranno prima riuscire a superare i propri pregiudizi.
Con la direzione della fotografia di Rémy Chevrin, le scenografie di Michèle Abbé-Vannier, i costumi di Carine Sarfati e le musiche di Michael Brook, Quasi nemici – L’importante è avere ragione viene così raccontato dal regista: “Quasi nemici – L’importante è avere ragione nasce da una sceneggiatura che mi è stata proposta. La storia raccontava di una giovane donna, un po’ maschiaccio, che viveva in un complesso popolare, praticava il rap, giocava a calcio e si ritrovava a studiare ad Assas. Il soggetto mi ha particolarmente colpito: non mi interessava il rap o il calcio ma il percorso della protagonista, che rifiutava categoricamente di farsi incasellare per andare avanti. Nella mie mani, le sceneggiatura è divenuta un po’ meno da commedia, l’ho ripulita da molti elementi politicamente corretti e l’ho trasformata in una dramedy, come si direbbe negli Stati Uniti.
Quasi nemici – L’importante è avere ragione #grazie ai suoi dialoghi spinge al sorriso ma invita anche a porsi diverse domande. Si può dire che è un film politico e veicolante di ideali sociali ma allo stesso tempo si può affermare che è leggero e spiritoso. Si basa sulla storia di una francese di origini algerine, che è vittima del modo in cui le persone vengono oggi categorizzate o limitate dai pregiudizi ma che è anche vittima di se stessa e dell’ambiente che la circonda. Spesso dobbiamo fare uno sforzo per capire il posto in cui si vive per usarne l’eredità culturale e storica. Il contesto circostante ci deve arricchire, dobbiamo saper cogliere le opportunità che ci offre e, soprattutto, dobbiamo accettare che altri contribuiscano a migliorarci.
Quasi nemici – L’importante è avere ragione non è però un film sulla periferia parigina, raccontata quasi sempre con dei cliché. A me non interessa che la protagonista viva in una zona popolare. Quello è il suo mondo, quello in cui si relaziona con gli amici e vive con la mamma e la nonna. Il vero nucleo della storia è altrove”.