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Piccola Patria

castMaria Roveran, Roberta Da Soller, Vladimir Doda, Diego Ribon, Lucia Mascino, Mirko Artuso, Nicoletta Maragno, Giulio Brogi

PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 70. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2013) NELLA SEZIONE “ORIZZONTI”

Luisa e Renata vivono in un piccolo paese di provincia. La vivace, disinibita e trasgressiva Luisa ha una relazione con Bilal, un ragazzo albanese; Renata è oscura e bisognosa d’amore, ma anche arrabbiata e in cerca di vendetta. Entrambe sognano di andare via da quella piccola comunità in cui sono cresciute tra feste di paese e raduni indipendentisti; fuggire da quella realtà fatta di famiglie sfinite e nuove generazioni di migranti che mal si sopportano. Le loro scelte scateneranno una tragedia che rischierà di portare alla rovina le vite di tutti…

“Chi, fino a poco tempo fa, lamentava l’assenza di temi reali dal cinema italiano, dovrà ricredersi: pur se le commedie scacciapensieri continuano a imperversare, ora i nostri film sono anche pieni di crisi, disoccupazione, disagio sociale. È spaventosa l’immagine che, al primo ‘lungo’, Alessandro Rossetto ci presenta di un paesino del Nordest, spesso visto con riprese aeree nella sua desolante piattezza, tutto strade e non-luoghi: un grande albergo, centri commerciali come cattedrali nel deserto. Però il paesaggio umano è anche peggiore: tra la messa domenicale (tutti fanno la comunione, nessuno pratica la carità) e comizi xenofobi, l’unica cosa che conta sono ‘i schei’, i soldi. (…) Usando la tecnica dell”improvising fiction’, per lasciare spazio all’improvvisazione, Rossetto realizza un film credibile e (consapevolmente) ansiogeno, che non fa sconti a nessuno.” (Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 10 aprile 2014)

“Sostiene Mario Martone che ogni grande film contiene, idealmente, un documentario. ‘Piccola patria’ è l’esasperazione teorica e, al tempo stesso, il rovesciamento di questa intuizione: l’approccio documentaristico partorisce un film in cui la finzione è quasi occulta, emerge solo dalla consapevolezza che gli attori stanno recitando… ma dopo aver compiuto una full-immersion nei luoghi che il film mostra senza veli scenografici né ideologici. Alessandro Rossetto è un bravo cineasta del reale che ha firmato documentari anche controversi, come ‘Feltrinelli’, indagine sul colosso della distribuzione editoriale boicottato… dalla librerie Feltrinelli! La ‘piccola patria’ è la terra da cui lui stesso proviene, il Veneto profondo. Senza collocarsi (Rossetto è di Padova, ma qui potremmo essere ovunque nell’entroterra veneziano) il film ci catapulta in un tessuto sociale che non è più campagnolo ma non è ancora urbano, fatto di motel, centri commerciali, campi sopravvissuti all’edilizia, catapecchie dove vivono gli stranieri e piazze anonime dove tengono comizi i leghisti. (…) Sconvolge ma non sorprende la mancanza di morale in ogni personaggio: ‘Piccola patria’ è un film che non perdona. Le digressioni documentarie sembrano qua e là rallentare la trama, ma è vero il contrario: senza il mondo che Rossetto vuole farci conoscere, la trama non c’è.” (Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 10 aprile 2014)