PRESENTATA IN CONCORSO AL FESTIVAL DI CANNES 2024, L’ULTIMA OPERA DI PAOLO SORRENTINO È UN RITORNO AL LIRISMO CHE HA CONTRADDISTINTO I MOMENTI PIÙ POETICI DELLA SUA PRODUZIONE. UN’ODE ALLA SUA CITTÀ NATALE, NAPOLI, MA ANCHE ALLA GIOVINEZZA, A TUTTE LE STAGIONI DELLA VITA E ALLA SUA CADUCITÀ.
«Parthenope è una donna belissima, libera, spontanea, priva di pregiudizi. Il riflesso della città in cui sono cresciuto. (…) Io e Parthenope condividiamo la curiosità verso le altre persone, questo spirito antropologica, e abbiamo molto in comune. Nonostante i traumi dell’esistenza, lei non perde il suo interesse verso gli altri. Nasce in una condizione perfetta per essere libera e lotta per questo suo diritto» (Paolo Sorrentino)
«Il regista e sceneggiatore ritrova l’astrazione e la seduzione ammaliante della Grande bellezza, con tanto di esergo nuovamente affidato a Celine (“Certo che è enorme la vita. Ti ci perdi dappertutto”), (…) oltre al contributo nuovamente decisivo di Daria D’Antonio alla fotografia (proprio come in È stata la mano di Dio), per un film continuamente sospeso tra la tensione al sublime e la caduta nel baratro, popolato di fantasmi malinconici» (Valerio Sammarco, Cinematografo)