A 3 EURO
“La Regione del Veneto per il Cinema di Qualità. La Regione ti porta al cinema con tre euro. i martedì al cinema”
Pablo Larraín è un genio, una delle figure fondamentali del cinema contemporaneo. Lo conferma (per i pochi che potevano nutrire ancora illegittimi dubbi) anche la sua personale rilettura di Pablo Neruda; se vi aspettate un biopic in piena regola verrete fragorosamente smentiti. Come anche il successivo Jackie, visto a Venezia e destinato alle sale nel febbraio prossimo, Neruda è un film sul potere, sulla menzogna, sul desiderio e sulla necessità di reprimerlo, per dargli completo sfogo. Stratificato anche nella struttura narrativa, Neruda è un capolavoro. Non perdetelo per nulla al mondo. Quinlan.it
E’ il 1948 e la Guerra Fredda è arrivata anche in Cile. Al congresso, il Senatore Pablo Neruda (Luis Gnecco) accusa il governo di tradire il Partito Comunista e rapidamente viene messo sotto accusa dal Presidente Gonzalez Videla (Alfredo Castro). Il Prefetto della Polizia, Oscar Peluchonneau (Gael García Bernal), viene incaricato di arrestare il poeta.
Neruda tenta di scappare dal paese assieme alla moglie, la pittrice Delia del Carril (Mercedes Morán), e i due sono costretti a nascondersi. Traendo ispirazione dai drammatici eventi della sua vita di fuggitivo, Neruda scrive la sua epica raccolta di poesie, “Canto General”. Nel frattempo, in Europa, cresce la leggenda del poeta inseguito dal poliziotto, e alcuni artisti capitanati da Pablo Picasso iniziano a invocare la libertà per Neruda. Ciononostante, Neruda vede questa battaglia contro la sua nemesi Peluchonneau come un’opportunità per reinventare se stesso. Gioca con l’ispettore, lasciandogli indizi architettati per rendere più pericoloso e intimo il loro gioco tra ‘gatto e topo’. In questa vicenda del poeta perseguitato e del suo avversario implacabile, Neruda intravede per se stesso dei risvolti eroici: la possibilità, cioè, di diventare un simbolo di libertà, oltre che una leggenda della letteratura.