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Mon crime – la colpevole sono io

registaFrançois Ozon
castNadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon, André Dussollier, Jean Christophe Bouvet, édouard Sulpice, Régis Laspalès, Olivier Broche, Félix Lefebvre, Michel Fau, Daniel Prévost, Evelyne Buyle, Myriam Boyer, Franck De La Personne, Suzanne De Baecque, Jean Claude Bolle Reddat, Dominique Besnehard, Anne Hélène Orvelin, Georges Bécot, Radostina Rogliano, Paul Beaurepaire, Lucia Sanchez
paeseFrancia
anno2023

Orari

Madeleine Verdier, un’attrice squattrinata è accusata dell’omicidio di un famoso produttore. Con l’aiuto della sua migliore amica dimostra che il fatto è avvenuto solo per legittima difesa difesa. Viene assolta e diventa una star, finché la verità non si presenta alla sua porta.

UNO SMAGLIANTE MANIFESTO FEMMINISTA, PIÙ SOVVERSIVO DI QUANTO LE SUE ‘BUONE MANIERE’ LASCINO INTENDERE.

“Scusa, mi sto confondendo con un altro delitto, con il ricordo di un vecchio film”. Quando il prolifico e talentuoso François Ozon, che salta da un genere all’altro a ritmi incredibili (22 lungometraggi dal 1998), decide di dirigere una commedia – come gli capita ogni tanto, e sempre con successo, vedi “8 donne e un mistero” nel 2002 e “Potiche” nel 2010 – l’ironia e il gusto cinefilo fanno sempre parte del mix, avvolti in un’atmosfera leggera che non esclude l’intelligenza caustica.

Lanciato da Gaumont l’8 marzo nelle sale francesi, Mon Crime – La colpevole sono io, libero adattamento di un’opera parigina del 1934 di Georges Berr e Louis Verneuil, non fa eccezione, e il regista dà libero sfogo alla sua ammirazione per le commedie dell’epoca d’oro di Hollywood (Ernst Lubitsch in testa), con una parata vertiginosa di attori che si imbarcano in una serie di disavventure, pur nel rispetto dell’artificiosità delle tradizioni della commedia teatrale (tutto può succedere, nulla ha conseguenze reali). Ma il regista ricopre il tutto con uno strato di modernità mettendo al centro del suo film la ricerca di indipendenza delle donne e la lotta contro il patriarcato (“non è possibile, nel 1935, condurre la propria carriera, la propria vita di donna, senza costrizioni, in completa libertà, in completa uguaglianza?”).

Si parla qui anche di arte (la protagonista è una giovane attrice), di cinema (dal muto al sonoro), di sogni di gloria, di povertà e ricchezza, di indagini di polizia, funzionamento del sistema giudiziario, effetto amplificatore dei media, industria di pneumatici, uomini d’affari, verità manipolate e opportunismo reattivo basato sulla sincerità. Insomma, il film non manca di spunti e procede a pieno ritmo, guadagnando costantemente in qualità e piacere per lo spettatore fino alla fine (dopo una prima fase di adattamento al suo stile – scenografia, interpretazione – ben diverso dal cinema contemporaneo).

La trama? Senza rivelare tutte le ramificazioni, si tratta di due giovani amiche squattrinate: la prima, Madeleine (Nadia Tereszkiewicz), è accusata dell’omicidio di un potente produttore di spettacolo che ha cercato di molestarla sessualmente in cambio di un piccolo ruolo. La seconda, Pauline (Rebecca Marder), un’avvocata, la difende. Spinte in un angolo dalle coincidenze e dal giudice istruttore (Fabrice Luchini), le giovani scelgono la strategia della menzogna (in realtà Madeleine è innocente), della legittima difesa femminista (“facciamoci, signore, custodi di noi stesse in una società francese incancrenita dagli uomini”) e della copertura mediatica della vicenda. È l’epoca del caso Violette Nozière e al cinema viene proiettato Il seme cattivo (unico film francese di Billy Wilder). Assolta, Madeleine è ormai famosa e sommersa di proposte, proprio come Pauline (“il tuo crimine sta facendo miracoli”). Ma Odette Chaumette (Isabelle Huppert), star del cinema muto in declino, rivendica: “Sono io la vera assassina. Mi hai rubato il mio crimine e ora dovrai restituirmelo”…

Diretto alla perfezione e offrendo ruoli deliziosi a tutti i suoi interpreti, Mon crime non si prende sul serio ed è pieno di battute brillanti (“ammetto che questa morte improvvisa è uno degli eventi più felici della mia vita”, “a una donna che arriva a commettere un delitto per proteggere la sua onestà, non le offri un’avventura, la sposi”), pur trattando argomenti seri. Un equilibrio finissimo per una commedia che ha “il profumo delle rose, il sapore leggero delle cose che non durano” e che piacerà ai più.