PREMIO DELLA GIURIA ALLA 75° EDIZIONE DEL FESTIVAL DI CANNES
Cos’è l’amicizia? Cos’è la natura? Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch realizzano un film che tocca l’essenziale, di grande portata visiva e narrativa
Tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017, riadattato per il grande schermo dai belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, già rispettivamente regista e sceneggiatrice di “Alabama Monroe – Una storia d’amore”, candidato agli Oscar 2014, e vede interpreti Alessandro Borghi e Luca Marinelli, protagonisti affiatati ed efficaci al fianco di Filippo Timi, Elena Lietti ed Elisabetta Mazzullo.
“Le otto montagne” è ambientato tra le affascinanti Alpi della Valle d’Aosta. La bellezza della sua fotografia e l’intensa semplicità e universalità della sua storia colpiscono immediatamente, ma il viaggio interiore che i due protagonisti compiono tocca ad un livello ancora più intimo oltre suggestivo.
Sarebbe bastato anche solo riuscire a restituire il fascino attrattivo delle vette perché “Le otto montagne” potesse dire di aver fatto bene il suo lavoro di adattamento del romanzo di Paolo Cognetti, e invece è andato oltre. In questa storia di uomini che vengono cambiati dalla montagna, la cui attrazione per le cime e quei posti dà forma ad un’intera esistenza, in un processo quasi di dipendenza da quegli spazi, da quel mondo e da quel paesaggio, c’è un mistero stranissimo. Questo rapporto con il paesaggio è solo il gancio che ci tiene avvinti mentre ci viene raccontata una storia di relazioni così ordinarie e così ben raccontate da suonare subito personali, appartenenti a qualunque spettatore, anche quello che in montagna non ci ha mai messo piede. – wired.it