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Le mie ragazze di carta

registaLuca Lucini
castMaya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Alessandro Bressanello, Giuseppe Zeno, Neri Marcorè, Christian Mancin, Marta Guerrini, Carla Camporese
paeseItalia
anno2023

Orari

Treviso, fine anni 70. Il film racconta, attraverso il codice universale della commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.

IL FILM BENEFICIA DELLA TARIFFA SPECIALE CINEMA REVOLUTION,
GRAZIE AL CONTRIBUTO STRAORDINARIO DEL MINISTERO DELLA CULTURA – INGRESSO € 3,50

SABATO 05 SARÀ PRESENTE IN SALA ALVISE MARESCALCHI E UN VIDEO SALUTO DA PARTE DEL REGISTA LUCA LUCINI

Il film che Luca Lucini considera l’inizio di una nuova fase, o di una seconda vita da regista, ci riporta nella Treviso di fine anni Settanta, dove un ragazzo scopre l’amore e il desiderio sessuale come si faceva ai vecchi tempi: attraverso i film a luci rosse e le riviste. C’è sicuramente un po’ di nostalgia in questa vicenda, e qualcosa di autobiografico, ma Lucini non dimentica di parlare anche del contesto storico e sociale e di mettere nella storia di Tiberio tutto il suo amore per il cinema. E’ pieno di dolcezza e di poesia Le mie ragazze di carta e racconta i sentimenti e le loro infinite sfumature, aiutato da attori davvero bravi, in primis Andrea Pennacchi.

NOTE DI REGIA:
Premessa: “Questa è una sceneggiatura a cui sono particolarmente legato, la prima storia che sento veramente “mia” da quando ho iniziato questa bellissima e stimolante esperienza nel cinema.
Ormai più di 20 anni fa diressi il cortometraggio “il sorriso di Diana” parte del progetto “Sei come sei”, un lungometraggio sperimentale distribuito dall’istituto Luce; quel cortometraggio era ideato e sceneggiato da un personaggio curioso, un cuoco di Treviso con una cultura molto vasta che aveva una passione per la scrittura, era la storia di un ragnetto che si innamorava di una donna, la metafora poetica e geniale di tutti gli amori impossibili.
Quel cortometraggio prodotto da Cattleya ha avuto grande successo, vincendo molti premi in tutto il mondo anche in festival molto importanti (fu presentato proprio a Berlino nel film “Sei come sei”), ed è grazie a quel corto e alla sensibilità di Mauro Spinelli che di fatto oggi sono un regista di cinema. Qualche tempo dopo gli feci leggere una storia scritta da me, una storia vera del mio passato, la storia di un cinema davanti a casa nel quale ad un tratto non potevo più entrare, senza capire il perché.
Mauro scrisse la sceneggiatura di quel breve racconto, una sceneggiatura che spostando la storia da Milano a Treviso e con l’inserimento dell’epopea della famiglia Bottacin dalla campagna alla “metropoli” divenne piena di significato e di poesia.
La sceneggiatura vinse il premio Solinas (Premio Benvenuti per la Commedia) nel 2007. Ho sempre considerato questo film per me importantissimo, e per diverso tempo non mi sono sentito in grado di affrontare il progetto, sono contento di aver aspettato, di aver accumulato esperienza importante per poter gestire un film molto più complesso di quanto possa sembrare.