Fatti storici e fantasia si intrecciano con passione e armonia in un racconto che potrebbe essere tutto vero. Nel 1920 Luigi Pirandello (interpretato da Toni Servillo) torna in Sicilia, nella sua Girgenti, per l’ottantesimo compleanno di Luigi Verga e per i funerali dell’amatissima balia Maria Stella. In questa occasione incontra Nofrio e Bastiano (Ficarra e Picone), becchini ma anche attori per diletto intenti a mettere in scena la loro nuova farsa, La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu. Il Maestro è in crisi creativa, e osservando di nascosto le prove della compagnia amatoriale di Nofrio e Bastiano trarrà ispirazione per uno dei suoi lavori più importanti, Sei personaggi in cerca d’autore.



La stranezza
Orari
1920. Il ritorno in Sicilia di Luigi Pirandello (Toni Servillo) e l’incontro con due teatranti amatoriali, Nofrio (Valentino Picone) e Bastiano (Salvatore Ficarra), che di mestiere fanno i becchini.
Lo scrittore è ossessionato da un’idea strana e ancora indefinita, la creazione di una nuova commedia, ma allo stesso tempo non riesce ad essere indifferente al fascino singolare dei due. Ne spia le prove e assiste alla prima della loro nuova farsa. Nel teatrino si è infatti radunato l’intero paese e quando un evento imprevisto costringe Nofrio e Bastiano a interrompere la rappresentazione l’atmosfera vira dal comico al tragico. Repentinamente, lo spettacolo si trasforma in una resa dei conti totale in cui a confrontarsi sono platea ed attori. Pirandello spia ogni minima parola, ogni minimo gesto di quella comunità dolente e ne sembra insieme divertito e turbato.
Roma, 1921. Al Teatro Valle si tiene la prima dei Sei personaggi in cerca d’autore. In platea, ci sono anche Nofrio e Bastiano. La recita inizia e i due assistono sorpresi e rapiti al susseguirsi di situazioni paradossali, inconsapevoli che ciò che li aspetta è un finale ancora più imprevedibile.