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La cordigliera dei sogni (la cordillere des songes)

registaPatricio Guzmán
paeseCile
anno2019

Orari

L’esplorazione del territorio va di pari passo con l’esplorazione nella storia, per svelare l’anima più profonda del Cile. Proprio come ci ha abituati Guzmán. Nel documentario, presentato quest’anno al Festival di Cannes, le alte cime della cordigliera si caricano di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet. Una nostalgia, un senso di frustrazione schiacciante che non affligge solo il popolo cileno ma anche la sua Cordigliera, le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino mai.

«Il film continua ad occuparsi del conflitto tra uomo, cosmo e natura. Ma queste montagne immense, che sono il cuore del progetto, sono diventate per me metafora dell’immutabile, di ciò che abbiamo lasciato e di ciò che continua a vivere con noi quando pensiamo che sia tutto perduto. Immergermi nella Cordigliera mi consente di nuotare nei miei ricordi. Quando scruto le ripide vette o mi tuffo nelle profonde valli, inizio un viaggio introspettivo che rivela parzialmente i segreti della mia anima cilena.» (Patricio Guzmán)

«Nel suo nuovo poema cinematografico di non-fiction, Guzmán utilizza la figura delle Ande come mezzo metaforico per chiedersi perché le persone incaricate di proteggere un paese, finiscano per essere le stesse a distruggerlo. […] L’autore di La batalla de Chile non nasconde il suo sconforto nel riconoscere di essere nato in un paese che non vuole ricordare se stesso. Ma, nonostante il tono di dolore e afflizione che la voce fuori campo trasmette in questo poema, La cordillera de los sueños, prima di tutto, è un appello per svegliare le nuove generazioni affinché ridiano al Cile la sua allegria.» (Carlota Moseguí, cineuropa.org)