RITORNA NEL NOSTRO CINEMA A GRANDE RICHIESTA LUNEDÌ 22, MARTEDÌ 23 E MERCOLEDÌ 24 GENNAIO
Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2023
“La chimera” racconta una ricerca ostinata – di morte, di vita, di riscatto dalla povertà e di accumulo materiale – con il passo folk del cantastorie, evidenziandone il lato picaresco e quello simbolico.
È un film completamente libero come sa esserlo il cinema di Alice Rohrwacher, che sceglie il tempo del racconto cominciando lentamente, per dare al suo protagonista lo spazio di una rincorsa fatale, e accelerando in “ascese velocissime” che rivelano una comicità da film muto.
Ha i colori delle fiabe e l’apparente scanzonatura degli stornelli, attraversa un’Italia nel processo di essere svenduta agli stranieri ma in cui due stranieri sembrano gli unici a volerne conservare il mistero, ci aiuta a “stimare l’inestimabile” e a rivendicare la tutela delle “cose che appartengono a tutti” perché la proprietà non deve essere necessariamente possesso.
E il cinema di Rohrwacher si conferma qui contemporaneamente arcaico e postmoderno, nonché capace di inventare parabole agresti che presagiscono, come il migrare degli uccelli, la transizione verso il degrado a seguire.
Alice Rohrwacher continua la sua esplorazione cinematografica di una realtà altra, abitata da personaggi avulsi alla società e con uno sguardo sognante e magico sul mondo.
La chimera, suo quarto film, in concorso a Cannes 2023, racchiude tutte le suggestioni dei precedenti Corpo celeste, Le meraviglie e Lazzaro felice (premio per la sceneggiatura a Cannes 2018) e vi aggiunge nuovi elementi fantastici.
A dispetto di una forma apparentemente ostica, tutto ne La chimera è in realtà semplicissimo, il caos è ordinato, affascinante e magico
“Nel luogo in cui sono cresciuta capitava spesso di ascoltare storie di segreti ritrovamenti, di scavi clandestini e di avventure misteriose. Bastava restare in un bar la sera tardi, o fermarsi in una fraschetta di campagna per sentire di quel tale che col trattore aveva scoperchiato una tomba villanoviana, o dell’altro che scavando di notte vicino alla necropoli aveva rinvenuto una collana d’oro così lunga da poter circondare una casa, e dell’altro ancora che era divenuto ricco, in Svizzera, vendendo un vaso etrusco che aveva trovato nell’orto. Storie di scheletri e fantasmi, di fughe e di oscurità”. Alice Rohrwacher