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Josep

registaAurel
castSergi López, Alba Pujol, Sílvia Pérez Cruz, Valérie Lemercier, Gérard Hernandez, David Marsais, Bruno Solo, Thomas Vandenberghe, François Morel, Alain Cauchi, Sophia Aram, Xavier Serrano, Emmanuel Vottero, Bamar Kane
paeseFrancia
anno2020

Orari

Josep è la storia vera dell’illustratore rivoluzionario catalano Josep Bartolí, in lotta contro il regime franchista e celebre per la sua relazione con la pittrice messicana Frida Kahlo. Febbraio 1939. I repubblicani spagnoli si dirigono in Francia per fuggire dalla dittatura di Franco. Il governo francese confina i rifugiati in campi di concentramento, dove si riesce a malapena a soddisfare il bisogno di igiene, acqua e cibo. È in uno di questi campi che due uomini, separati dal filo spinato, diventeranno amici. Uno è una guardia, e l’altro è Josep Bartolí (Barcellona 1910 – New York 1995), un illustratore che combatte il regime franchista.

In sala il film d’esordio del fumettista francese Aurel, Josep: selezionato in concorso al Festival di Cannes 2020 (le cui proiezioni sono state annullate a causa della pandemia), il film è stato presentato in anteprima al Annecy International Animation Film Festival, dove ha riscosso un grande apprezzamento dalla critica. Da allora, il lungometraggio d’animazione ha vinto numerosi premi tra i quali “Miglior film d’animazione ai Cèsar 2021”, e “Miglior film d’animazione europeo” agli EFA 2020.

Ho scoperto i lavori di Bartolí per caso, mentre passeggiavo annoiato tra i reparti di una fiera del libro a cui ero stato invitato. La copertina del libro che Georges Bartolí dedicò allo zio Josep catturò la mia attenzione. Lo schizzo di un repubblicano spagnolo accasciato sulle stampelle, mezzo uomo, mezzo cadavere, un disegno eccezionale. Poteva essere solo il lavoro di un artista geniale. La mia prima impressione venne confermata da ogni pagina del libro: illustrazioni politiche ricche di dettagli e significato, critiche al potere, allo Stato, alla religione, alla vigliaccheria dei leader di tutto il mondo. E poi gli schizzi dei campi. Potenti tratti di matita a testimonianza di questo drammatico episodio del ventesimo secolo, così vergognoso e poco noto. La necessità di immergermi nella storia, di farla mia e riportarla in vita filtrata dal mio tratto di matita, mi ha ispirato all’istante. Ma c’era bisogno di altro. Se, da un lato, era di certo la mia matita a dover rendere omaggio a Bartolì, come in una sorta di mise en abyme del disegno, dall’altro era altrettanto ovvio che in questo tributo mancava qualcosa. Movimento, suoni, musica, respiro, ritmo. Tutto ciò che manca in un disegno. Nei giorni successivi all’incontro con il personaggio di Bartolì e con il suo lavoro, ho capito che avrei dovuto fare un film d’animazione. Da quel momento in poi questa necessità è diventata sempre più evidente. Bartolì doveva essere riportato in vita nel miglior modo possibile…” Aurel