UN ARTISTA UNICO. UN UOMO LIBERO.
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”?
È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. La prima vita di Giorgio Gaber è legata a Milano, anzi ad alcuni quartieri di Milano. Gaber parlava dei quartieri: Porta Romana, il Giambellino, le osterie. Scriveva canzoni ironiche, leggere ma intense, ma anche canzoni romantiche. In coppia con Enzo Jannacci, poi, dava vita a dei numeri che erano allo stesso tempo canzoni e sketch. E poi l’impegno politico e sociale, e il suo straordinario teatro canzone.
Io, noi e Gaber, è un film allo stesso tempo affettuoso e appassionante, rigoroso e stimolante. E alla fine anche universale: perché attraverso la figura di Gaber si riflette anche sulla figura dell’intellettuale, che oggi è sparita, e di cui ci sarebbe bisogno. Anzi, ci sarebbe bisogno proprio di Giorgio Gaber.
«È bello quando l’affetto coincide con la stima reciproca». Tra le voci che Riccardo Milani ha raccolto in “Io, noi e Gaber”, non poteva mancare quella di Sandro Luporini, che ha condiviso con Gaber la rivoluzione del Teatro Canzone, e una meravigliosa amicizia.
Il docufilm che omaggia il genio libero del Signor G. torna a grande richiesta al Cinema il 12 e 13 dicembre!