Titolo decisamente azzeccato nella traduzione italiana (per una volta) per il nuovo film di Emma Thompson, Il piacere è tutto mio. Presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2022 e, a ruota, alla Berlinale, la pellicola dimostra che parlare di sesso e piacere femminile si può senza falsi pudori e senza alcuna volgarità. Basta avere un team ben affiatato al servizio di un’attrice straordinaria, pronta a “mettersi a nudo” (nel senso letterale del termine) grazie alla complicità di una spalla altrettanto efficace. Il risultato è un film intimo, sincero e divertente che dà una spallata a decenni di tabù e condizionamenti psicologici in una manciata di ore trascorse in una stanza d’hotel.
Un film che disegna un vero e proprio intimo spaccato sulla solitudine. Una storia a due voci con una brillante Emma Thompson e un sorprendente Daryl McCormack.
Il piacere è tutto mio tratta con grande delicatezza, schiettezza e senza pruderie un argomento che per molti è tabù, quello della sessualità femminile nella mezza età e oltre. La storia ha un forte sottotesto politico e sociale, radicato nella cultura britannica ma applicabile a tutte quelle situazioni in cui le convenzioni di una borghesia ipocrita hanno provocato traumi irreversibili a generazioni di donne che dovevano essere moglie e madri rispettabili, in pubblico come in camera da letto.
Retaggi di preistoriche società patriarcali, in cui la figura femminile veniva (e viene) trattata in maniera ignobile, comportamenti che negli anni hanno provocato danni irreparabili e di cui solo adesso ci si sta accorgendo a pieno, senza però ancora il necessario pentimento da parte di chi ne è stato causa.
Mettendo da parte queste fondamentali aspetti per tornare a esplorare quelli squisitamente cinematografici, Il piacere è tutto mio è una sofisticata piece teatrale ambientata in una camera d’albergo che grazie all’ottima regia e al sapiente montaggio non limita l’azione dei due protagonisti. Spazio e tempo sono gestiti con maestria, il ritmo tra i due personaggi è perfetto, senza tempi morti o stanchezze narrative.
E se Emma Thompson è una sicurezza (interpretazione per cui meriterebbe una candidatura all’Oscar), la bella sorpresa è Daryl McCormack, noto agli appassionati della serie Peaky Blinders ed ennesimo talento sfornato dall’inesauribile scuola britannica.