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Il mio giardino persiano (keyke mahboobe man)

registaBehtash Sanaeeha, Maryam Moghaddam
castلیلی فرهادپور, اسماعیل محرابی, Mansoureh Ilkhani, Soraya Orang, Homa Mottahedin, Sima Esmaeili, Aman Rahimi, Azim Mashhadi, Saeed Payamipour, Asghar Nejad, Mehdi Pilehvari, Mohammad Heidari, Khosro Abbasi, Mozafar Esmaeili, Melika Pazouki, Amir Hossein Esfandiari, Shahin Karimi, Saeed Lashgarou, Mohammad Ali Babajani, Amir Azarmian, Batool Moazzezi, Meraj Abtahi, Sahar Farahani
paeseIran
anno2024

Orari

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Mahin, 70 anni, vive da sola a Teheran da quando suo marito è morto e sua figlia è partita per l’Europa. Un pomeriggio, un tè con gli amici la porta a rompere la sua routine solitaria e a rivitalizzare la sua vita amorosa. Ma mentre Mahin si apre a una nuova storia d’amore, quello che inizia come un incontro inaspettato si evolve rapidamente in una serata imprevedibile e indimenticabile.

IL FILM PIÙ AMATO DEL FESTIVAL DI BERLINO 2024

DIRETTO DAGLI IRANIANI MARYAM MOGHADDAN E BENTASH SANAEEHA RACCONTANO LA QUOTIDIANITÀ IRANIANA, SFIDANDO LE REGOLE DEL REGIME TEOCRATICO. E RIVELANDO ANCORA UNA VOLTA LA POTENZA DELL’ARTE.

La sfida del film, che fino all’ultima inquadratura si appoggia alla dolente colonna sonora di Henrik Nagy, è il miglior gesto di resistenza umana ed intellettuale nei confronti del regine teocratico. Un atto d’accusa, sincero e luminoso, gentile e delicato, in netta contrapposizione e in netto contrasto alle idee anti-liberali dettate dalla Forza disciplinare della Repubblica Islamica dell’Iran. Allora, nelle sue lucenti scelte visive, e nella vitalità di una grande protagonista, “Il mio giardino persiano” diventa un film da supportare e amare. Del resto, come dice Mahin, la resistenza passa attraverso le nostre scelte: “Più ti rendi sottomessa più ti mettono i piedi in testa”.