FIPRESCI AWARD IN BERLINALE / FORUM
Il documentario segue il processo creativo di una scultura in bronzo dell’artista Velasco Vitali famoso per le sue statue di cani. Si osservano così gli artigiani della Fonderia Artistica Battaglia (che ha sede a Milano) mentre procedono nelle varie fasi di preparazione dell’opera per la fusione.
Sono trascorsi i millenni e indubbiamente si sono compiute innumerevoli scoperte tecnologiche ma il processo che conduce alla realizzazione di un’opera in bronzo segue ancora oggi lo stesso percorso che si rese necessario per realizzare i Bronzi di Riace nel sesto secolo Avanti Cristo. Ecco allora che il poco più che trentenne Francesco Clerici decide di compiere un’opera che tanti suoi coetanei (probabilmente culturalmente meno dotati) disdegnano: conservare la memoria di un processo artistico. Esistevano (e vengono mostrati) alcuni reperti filmati del lavoro della Fonderia negli Anni Sessanta ma nessuno aveva mai seguito con tanta amorevole passione il lavoro di artisti artigiani che divengono assolutamente necessari al creatore dell’opera.
Giacomo Manzù affermava che la scultura consiste di fatto nel gesto delle mani che è un gesto d’amore. Clerici ne segue l’insegnamento e accompagna le mani, dell’autore prima e dei vari artigiani poi, eliminando quasi del tutto le parole e lasciando come tappeto auditivo la musica classica che proviene da una radio accesa e i suoni e rumori che i gesti producono. Ne nasce un documentario stilisticamente rigoroso e quasi ipnoticamente attraente.
Lo spettatore ignaro delle tecniche le vede sviluppare sotto i suoi occhi fino a quando dal bozzolo che ne deriva assistere al nascere della farfalla dell’opera d’arte. L’operazione, come si diceva, è qualitativamente efficace. Allo spettatore, ignaro sino ad ora dello specifico processo artigianale, resta solo (dopo essere stato affascinato dal ‘come’) una serie di domande relative al ‘perché’ dei vari passaggi con la consapevolezza del fatto che non spettava a questo documentario rispondere. (mymovies.it)