Walter Mitty (Stiller) è un sognatore moderno, un comune photo editor di una rivista, che spezza la sua noiosa esistenza sognando regolarmente ad occhi aperti un mondo fantastico reso elettrizzante da audaci eroismi, appassionate storie d’amore e costanti vittorie sul pericolo. Ma quando Mitty e la sua collega, di cui è segretamente innamorato (Kristen Wiig), sono in procinto di perdere il lavoro, Walter deve fare l’inimmaginabile: prendere il destino nelle sue mani imbarcandosi in un viaggio intorno al mondo più straordinario di qualsiasi cosa egli avrebbe mai potuto immaginare.
“Ben Stiller, regista e protagonista, doveva tenere molto a questo progetto. Che ha liberamente adattato all’oggi. Facendo del suo Mitty uno scrupoloso e appassionato ma anche timido e anonimo ingranaggio della grande macchina della gloriosa redazione fotografica di ‘Life Magazine’, alla vigilia della pubblicazione dell’ultimo numero cartaceo (2009) e del passaggio on line attraverso un doloroso sfoltimento dei dipendenti. Interlocutori privilegiati di questo piccolo uomo che rivela un cuor di leone sono una collega carina con la quale non ha il coraggio di farsi sotto, un giovane tagliatore di teste arrogante e incompetente, un mitico fotografo misantropo incarnato da Sean Penn. Purtroppo due caricature. Si sente un’anima, l’americanissima fiducia in se stessi che può fare di ognuno di noi un eroe, ma il film gira su se stesso senza bussola.” (Paolo D’Agostini, ‘la Repubblica’, 19 dicembre 2013)
“Incredibile come le due smilze paginette del racconto ‘I sogni segreti di Walter Mitty’, scritto nel 1939 per The New Yorker da James Thurber, abbiano potuto ispirare due film tanto diversi fra loro e dal testo originale. Se nel 1947 Danny Kaye, innamorato di Virginia Mayo, aveva usato il filo dei sogni per esibire il suo clownesco istrionico talento comico; oggi Ben Stiller, anche regista (e di una certa finezza), inizia nello stesso registro assumendo i panni di un timido archivista di ‘Life’, che si immagina protagonista di eroiche imprese per conquistare il cuore della graziosa collega Kristen Wiig. Ma presto c’è una svolta in tutt’altra direzione, quando Ben per farsi dare dal grande fotografo Sean Penn lo scatto della foto di copertina dell’ultimo numero della storica rivista, brutalmente chiusa (in verità ‘Life’ è stata chiusa nel 2000) con licenziamenti a raffica, lo insegue avventurosamente dalla Groenlandia all’Islanda all’Afghanistan, inventandosi una nuova vita dove il sogno può diventare realtà. Ed è bello anche l’altro messaggio del film, cioè la rivincita contro la logica del successo di un lavoro compiuto con amore, serietà e competenza. Ce lo dicono Penn con il suo viso scavato dall’esperienza di scenari di guerra, e Stiller idealista nato.” (Alessandra Levantesi Kezich, ‘La Stampa’, 19 dicembre 2013)