Alla fine del XIX secolo, un giovane prete danese raggiunge una remota regione dell’Islanda per costruire una chiesa e fotografare i suoi abitanti. Ma più si addentra in quel paesaggio spietato, più si allontana dal suo obiettivo, dalla sua missione e dai suoi principi morali. Tra fede e conflitti, omaggiando le lezioni di Bergman e Dreyer, l’islandese Pálmason costruisce un film potente, crudele ed estremo.
Godland ha raccolto tra i vari Film Festival mondiali 7 riconoscimenti e 11 candidature e la sua corsa non è ancora finita.
Solo qualche esempio…
Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI 2022 | premio miglior film
San Sebastián International Film Festival 2022 | premio a Hlynur Pálmason
Chicago International Film Festival 2022 | Gold Hugo a Hlynur Pálmason, Silver Hugo Maria von Hausswolff
London Film Festival 2022 | miglior film
“Godland esplora i legami familiari, l’accettazione del mito o di una sorta di magico realismo. – dice il regista Hlynur Pálmason – Questo film parla anche di un viaggio nell’ambizione, nell’amore, nella fede e nel timore di Dio. Parla del bisogno e della volontà di trovare il proprio posto all’interno di tutto ciò, di essere visti e di far parte di qualcosa. Parla della comunicazione, dell’aspetto straniante del dialogo e del modo in cui comunichiamo, o piuttosto, della nostra difficoltà nel comunicare. Parla di conflitti interiori ed esteriori. Parla dell’umanità e della natura e di come questi due estremi collidano, attraverso l’uomo, gli animali e il mondo che ci circonda. Alla fine ho compreso che questo film parla soprattutto di ciò che ci divide e di ciò che ci unisce. E mi ha sorpreso scoprire che, in definitiva, la morte potrebbe essere l’unica cosa che ci accomuna. È questo il nucleo del film, il suo cuore pulsante.”