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Godland – nella terra di dio (vanskabte land)

registaHlynur Pálmason
castElliott Crosset Hove, Vic Carmen Sonne, Ingvar Sigurdsson, Jacob Ulrik Lohmann, ída Mekkín Hlynsdóttir, Waage Sandø, Hilmar Guðjónsson, Friðrik Friðriksson, Gunnar Bragi þorsteinsson, Guðmundur Samúelsson, Snæbjörg Guðmundsdóttir, Birta Maria Gunnarsdottir, Ingimundur Grétarsson, Friðrik Hrafn Reynisson, ísar Svan Gautason
paeseDanimarca
anno2022

Orari

Alla fine del XIX Secolo, un giovane prete danese raggiunge una remota regione dell’Islanda per costruire una chiesa e fotografare i suoi abitanti. Ma più si addentra in quel paesaggio spietato, più si allontana dal suo obiettivo, dalla sua missione e dai suoi principi morali.

Alla fine del XIX secolo, un giovane prete danese raggiunge una remota regione dell’Islanda per costruire una chiesa e fotografare i suoi abitanti. Ma più si addentra in quel paesaggio spietato, più si allontana dal suo obiettivo, dalla sua missione e dai suoi principi morali. Tra fede e conflitti, omaggiando le lezioni di Bergman e Dreyer, l’islandese Pálmason costruisce un film potente, crudele ed estremo.

Godland ha raccolto tra i vari Film Festival mondiali 7 riconoscimenti e 11 candidature e la sua corsa non è ancora finita.
Solo qualche esempio…
Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI 2022 | premio miglior film
San Sebastián International Film Festival 2022 | premio a Hlynur Pálmason
Chicago International Film Festival 2022 | Gold Hugo a Hlynur Pálmason, Silver Hugo Maria von Hausswolff
London Film Festival 2022 | miglior film


“Godland esplora i legami familiari, l’accettazione del mito o di una sorta di magico realismo. – dice il regista Hlynur Pálmason – Questo film parla anche di un viaggio nell’ambizione, nell’amore, nella fede e nel timore di Dio. Parla del bisogno e della volontà di trovare il proprio posto all’interno di tutto ciò, di essere visti e di far parte di qualcosa. Parla della comunicazione, dell’aspetto straniante del dialogo e del modo in cui comunichiamo, o piuttosto, della nostra difficoltà nel comunicare. Parla di conflitti interiori ed esteriori. Parla dell’umanità e della natura e di come questi due estremi collidano, attraverso l’uomo, gli animali e il mondo che ci circonda. Alla fine ho compreso che questo film parla soprattutto di ciò che ci divide e di ciò che ci unisce. E mi ha sorpreso scoprire che, in definitiva, la morte potrebbe essere l’unica cosa che ci accomuna. È questo il nucleo del film, il suo cuore pulsante.”