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Solo Gli Amanti Sopravvivono

castTom Hiddleston, Tilda Swinton, Mia Wasikowska, John Hurt, Anton Yelchin, Slimane Dazi, Wayne Brinston, Aurelie Thepaut
Presentato anche In Versione Originale con Sottotitoli in Italiano
Presentato in Concorso alla 66ª edizione del Festival di Cannes.

Sullo sfondo della romantica desolazione di Detroit e Tangeri, un musicista underground, profondamente depresso dal corso delle vicende umane, si ricongiunge con la sua forte ed enigmatica amante. La loro storia d’amore dura ormai da almeno alcuni secoli, ma il loro disinibito idillio viene presto disturbato dalla selvaggia e incontrollabile sorella minore di lei. Possono questi delicati outsiders continuare a sopravvivere mentre il mondo moderno crolla intorno a loro?

“(…) dietro ai due pallidissimi, affusolati amanti vampiri del titolo (Tilda Swinton e Tom Hiddleston) non è difficile intravedere il regista extracool di ‘Dead Man’ e ‘Ghost Dog: Il codice del Samurai’, filmmaker anche lui e la sua compagna di sempre. D’altra parte, la new wave cinematografica newyorkese anni ottanta da cui entrambi vengono, oltre all’anima punk, striata com’era di eroina e malaise, qualcosa di gotico e macabramente notturno lo ha sempre avuto. (…) Se si esclude il suo newyorkesissimo primo film (‘Permanent Vacation’), il cinema di Jarmush è quasi sempre stato un cinema di ‘cool people in cool cities’, personaggi impossibilmente hip in strane città d’America e grandi capitali del mondo. Non a caso, tra i registi della sua generazione è stato fra i primi ad essere adottati anche finanziariamente all’estero (‘Solo gli amanti sopravvivono’ è stato realizzato con capitali tedeschi e prodotto dall’inglese Thomas). I suoi personaggi sempre un po’ off dentro delle cose, marginali per scelta, un po’ come un’aristocrazia. Adam e Eve fanno parte dello stesso gruppo e, un po’ come la bambina e il samurai di ‘Ghost Dog’, sono cultori e custodi di pratiche e arti antiche, in via di estinzione. Pratiche che non hanno più posto nell’oggi, popolato com’è di quelli che Adam chiama con disprezzo zombie. Quando Eve si reca a Detroit per rivedere il suo amante, riempie religiosamente la sua valigia solo di libri. Nel suo studio musicale pieno di strumenti vecchi di secoli, Adam ricorda il quintetto d’archi che ha passato a Schubert. Perché questi vampiri, di tanto in tanto, hanno bisogno di manifestarsi nella storia del mondo. Elitario, «di setta», il cinema di Jarmush un po’ lo è sempre stato, con i suoi protagonisti laconici, che spesso non parlano nemmeno la stessa lingua, gli attori importati, le immagini elegantissime che non hanno mai fretta. La sostanziale mancanza di storie, la diffidenza nei confronti del dialogo «importante». Quelle musiche… I suoi ultimi due lavori, ‘Broken Flowers’ e ‘The Limits of Control’ (rifiutato proprio a Cannes, qualche anno fa. E stato visto pochissimo ovunque) sembravano riflettere un percorso esaurito, arrivato, una visione diventata ormai troppo assorta in se stessa, sfrangiata, esangue. Il riferimento all’emoglobina non è casuale: con ‘Solo gli amanti sopravvivono’, un film denso di autobiografia, malinconicamente divertente e narrativamente lineare, Jarmush in un certo senso si ributta nella mischia.” (Giulia D’Agnolo Vallan, ‘Il Manifesto’, 15 maggio 2014)

“Metafora assoluta delle odierne crisi economica e decadenza di valori, la nuova opera di Jarmusch illumina l’offerta (mediocre) cinematografica di questi tempi, ponendosi come suggestiva parabola dell’umano, fragile ed eterno, costruita con maestria di scrittura, regia, musicale e attoriale. Uno dei migliori titoli in concorso al Festival di Cannes 2013 che – fortunatamente anche se in ritardo – trova un suo spazio anche nelle sale italiane. Da non perdere.” (Anna Maria Pasetti, ‘Il Fatto Quotidiano’, 15 marzo 2015)