Un inno alla giovinezza, esplosiva, di due giovani donne e due giovani uomini uniti dall’amore, viscerale, per il teatro.
“Forever Young” è un film denso e intenso: autobiografico, meta-narrativo, teatrale, drammatico. Lo spettatore segue il lavoro che gli artisti fanno su sé stessi e può condividere i loro sentimenti. La profondità narrativa è espressa molto bene sia dalla colonna sonora che dalle immagini.
Non è solo la componente autobiografica a rendere Forever Young un film da non perdere assolutamente. Irruente è il modo in cui gli Anni ’80 danno il ritmo alla storia in quel modo che ormai abbiamo imparato a considerare tipico di Bruni Tedeschi di far emergere in modo pulsante un pezzo di vita dai suoi film. Gli Eighties di Forever Young sono quelli cantati nell’omonima canzone degli Alphaville, che fa da colonna sonora alla pellicola. Dentro al teatro, nei look e nel makeup scelto dalla costumista Caroline de Vivaise, una delle più premiate del teatro francese, per rendere sempre più vivi i personaggi, fuori dal teatro, mentre gli spettri della Storia, Chernobyl, La Guerra Fredda, l’AIDS, li guardano sfrecciare nella Giulietta rossa su cui corrono come pazzi amanti della vita. In un film da guardare tutto d’un fiato.