MERCOLEDI’ 23 MARZO ALLA PRESENTA DEL REGISTA GIOVANNI CIONI
FESTIVAL & PREMI:
- Locarno Film Festival, 2021 – Première mondiale
- Play-Doc, 2021
- Annecy Cinéma Italien, 2021
- Viennale, 2021
- Festival dei Popoli, 2021 – Miglior lungometraggio – Concorso Internazionale – Premio TËNK
- Trieste Film Festival, 2022 – Premio Corso Salani
«Volevo solo andare sui luoghi della frontiera. Vedere, essere sui luoghi. Un sopralluogo. Siamo sempre sui luoghi dopo che qualcosa sia successo. E sembra che non sia successo nulla. O siamo nei luoghi durante, ma tutto si svolge in silenzio. Non sta succedendo nulla. Ogni giorno, ogni notte, i migranti tentano il passaggio. Vengono fermati, respinti, rinchiusi, picchiati, cacciati – ritentano. Ma non esistono. Siamo sulla splendida riviera della vacanza permanente. Siamo nel silenzio della frontiera, come se non stesse succedendo niente, come se quello che succede non abbia più realtà, nel presente in tempo reale – ma succeda in un altro tempo e un altro spazio. A quei tempi – così iniziano le fiabe». (Giovanni Cioni)
«I film di Cioni assomigliano sempre più a un deposito, sembrano coperti da un velo di polvere, come caverne che nascondono passaggi segreti e tesori nascosti. Senti che la riflessione e la teoria si inabissano in strati più profondi, in una dimensione da cui scaturiscono la poesia e la visione e tutti i simboli della trasformazione. E il concetto stesso di documentario perde la sua definizione, la sicurezza del dato oggettivo, per diventare un racconto avventuroso o, forse, una pratica esoterica, come il cinema tutto. Un viaggio di esplorazione oltre le colonne d’Ercole, tra le onde del mare, tra la vita e la morte. Ma quale vita, quale morte? Quante volte si muore e si rinasce in una vita? Le due cose non sono poi così diverse nel pendolo che oscilla tra la notte e il giorno.» (Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi)
𝗙𝗜𝗟𝗠 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗥𝗜𝗧𝗜𝗖𝗔 ☆ con la seguente motivazione:
«𝐷𝑎 𝑢𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑜𝑐𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒𝑐𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑠𝑎𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑐𝑖𝑛𝑒𝑚𝑎, 𝑢𝑛 𝑓𝑖𝑙𝑚 𝑓𝑢𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑐ℎ𝑒𝑚𝑖, 𝑢𝑛 𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜, 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑎𝑙𝑖𝑒𝑛𝑜, 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑓𝑜𝑛𝑖𝑎 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑎, 𝑢𝑛 𝑓𝑙𝑢𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑑𝑒𝑎𝑙𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑉𝑒𝑛𝑡𝑖𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑎𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑓𝑎𝑛𝑡𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑙’𝑜𝑛𝑖𝑟𝑖𝑠𝑚𝑜, 𝑖 𝑓𝑎𝑛𝑡𝑎𝑠𝑚𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜. 𝑈𝑛 𝑓𝑖𝑙𝑚 𝑠𝑜𝑠𝑝𝑒𝑠𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜, 𝑠𝑢𝑙 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑎, 𝑠𝑢𝑙𝑙’𝑎𝑠𝑠𝑢𝑟𝑑𝑜 𝑡𝑟𝑎𝑔𝑖𝑐𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑢𝑜𝑚𝑜. 𝑆𝑢𝑙 𝑐𝑖𝑛𝑒𝑚𝑎.»