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Corn Island

castIlyas Salman, Mariam Buturishvili, Irakli Samushia, Tamer Levent
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Selezionato tra i dieci migliori film stranieri per gli Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici.
Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia.

“Corn Island” è un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza.

“Corn Island” è ambientato durante la Guerra georgiano-abcasa (1991-1993), causata dalle istanze indipendentiste dell’Abcasia e dalle resistenze della Georgia.

Sul fiume Inguri, confine naturale tra la Georgia e la Repubblica di Abcasia, ogni primavera la marea trasporta zolle di terreno formando isole naturali, sulle quali contadini locali riescono a coltivare granturco e a raccoglierlo, prima che queste vengano sommerse nuovamente dalle acqua in autunno. Come colonizzatori di un pianeta alieno, un anziano contadino (Ylias Salman) e sua nipote adolescente (Mariam Buturishvili) piantano la propria bandiera in una di queste isole, ancora disabitata, procedendo alla costruzione di una capanna grazie al legname raccolto dalle sponde del fiume e trasportato sul terreno incontaminato via barca. L’adolescente ben presto mette da parte la sua innocenza e ingenuità (come una bambola che porta sempre con sé), e assumendosi le proprie responsabilità aiuta il nonno nel lavoro, le cui fasi, dalla costruzione della capanna, alla pesca nel fiume o alla semina, sono documentate dettagliatamente, scandite da un ritmo regolare e senza sosta. Improvvisamente la loro routine quotidiana viene sconvolta quando un soldato georgiano, feritosi durante uno scontro a fuoco durante la notte precedente, decide di prendere rifugio tra i fusti di granturco.

Conseguentemente anche nella vita secondo natura dell’isola, l’anziano e la nipote dovranno prendere una posizione nei confronti di un conflitto che cercavano di ignorare ad ogni modo. Una lotta prima accennata solamente da rumori di spari in lontananza, ma che adesso coinvolge anche la loro idilliaca esistenza. Una favola radicata nel mito e nel folklore senza tempo che cattura e incanta lo spettatore attraverso fluide carrellate dall’acqua e tesi movimenti di macchina a mano, che restituiscono la forza deflagrante del paesaggio così come quella incontrollabile della natura che preverrà sempre su quella degli uomini.