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Berlinguer – la grande ambizione

registaAndrea Segre
castElio Germano, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Stefano Abbati, Francesco Acquaroli, Paolo Calabresi, Pierluigi Corallo, Nikola Danchev, Svetoslav Dobrev, Luca Lazzareschi, Lucio Patané, Andrea Pennacchi, Elena Radonicich, Fabrizia Sacchi, Giorgio Tirabassi
paeseItalia
anno2024

Orari

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Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la storia. Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca, le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere, fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro: la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati.

A 40 ANNI DALLA PREMATURA SCOMPARSA DI ENRICO BERLINGUER, IL RITRATTO CINEMATOGRAFICO DEL SIMBOLO DI UN’EPOCA POLITICA COMPLESSA E IRRIPETIBILE, RESTITUITA DA ANDREA SEGRE CON SGUARDO VITALE E INTELLIGENTE.

«È stato un viaggio in un pezzo della nostra storia che non ho vissuto e che ho imparato a conoscere, ma anche la scoperta di un dialogo profondo che quella memoria inaspettatamente sa avere con le domande aperte del nostro presente e del nostro futuro.» (Andrea Segre)

«Si può quindi immaginare che quello di Segre sia un Berlinguer umano che trova nel senso della collettività, sociale e familiare, la chiave per governare il mondo della politica notoriamente poco avvezza alla dimensione civile auspicata dal segretario del PCI. Un obiettivo che il regista, stando almeno alle prime immagini, centra anche grazie a Elio Germano, il quale dimentica il suo corpo di attore per far vivere quello da silhouette chapliniana di Berlinguer.» (Angela Prudenzi, Cinematografo)

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