A 40 ANNI DALLA PREMATURA SCOMPARSA DI ENRICO BERLINGUER, IL RITRATTO CINEMATOGRAFICO DEL SIMBOLO DI UN’EPOCA POLITICA COMPLESSA E IRRIPETIBILE, RESTITUITA DA ANDREA SEGRE CON SGUARDO VITALE E INTELLIGENTE.
«È stato un viaggio in un pezzo della nostra storia che non ho vissuto e che ho imparato a conoscere, ma anche la scoperta di un dialogo profondo che quella memoria inaspettatamente sa avere con le domande aperte del nostro presente e del nostro futuro.» (Andrea Segre)
«Si può quindi immaginare che quello di Segre sia un Berlinguer umano che trova nel senso della collettività, sociale e familiare, la chiave per governare il mondo della politica notoriamente poco avvezza alla dimensione civile auspicata dal segretario del PCI. Un obiettivo che il regista, stando almeno alle prime immagini, centra anche grazie a Elio Germano, il quale dimentica il suo corpo di attore per far vivere quello da silhouette chapliniana di Berlinguer.» (Angela Prudenzi, Cinematografo)

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