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Florida

castJean Rochefort, Sandrine Kiberlain, Laurent Lucas, Anamaria Marinca, Clément Métayer, Coline Beal, Édith Le Merdy, Christèle Tual

A 80 anni, Claude Lherminier non ha perso la sua vitalità. É stato il proprietario e il dirigente di un’ importante fabbrica di Annecy. Gli capita sempre più spesso, ma si rifiuta ostinatamente di ammetterlo, di avere dei vuoti di memoria, dei momenti di confusione. Carole, la figlia maggiore, che lo ha sostituito nella direzione aziendale, asseconda le bizzarre richieste del padre e non lo lascia mai solo. Ma il desiderio più grande di Claude è rivedere l’altra figlia che vive in America e così senza pensarci due volte decide di imbarcarsi su un aereo per la Florida…

“C’è un continente quasi inesplorato a cui il cinema e la letteratura di questi anni dedicano sempre nuove mappe. A lungo respinto ai margini del visibile, questo continente si chiama vecchiaia. Ed è poco battuto perché non solo è doloroso ma sfuggente, specie quando agli insulti del tempo si sommano la demenza e la perdita di memoria, un male così subdolo che mina la possibilità stessa di rappresentarlo. Niente paura però. (…) non è una discesa agli inferi della senilità né uno di quegli horror domestici che piacciono agli americani. ‘Florida’ comincia infatti quasi come una commedia (…). E va avanti seguendo la complicata ma ancora ricca vita quotidiana di questo anziano industriale (…). Fino a sprofondare a sorpresa in una zona vertiginosa e indefinibile che può ricordare il cinema ‘mentale’ di Resnais. (…) anche se non tutto è perfettamente a fuoco sorprende il salto di registro che Le Guay riesce a imprimere a un film assai meno ‘facile’ e teatrale di quanto sembri sulle prime. Fino a portarci davvero dentro un mondo che non è più il nostro, ma appartiene solo al suo protagonista – e al cinema, che può almeno tentare di dargli una forma. Una bella scommessa. E una bandierina in più sulla mappa.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 9 maggio 2016)

“Tutto sfumato, più che detto solo alluso, tra le pieghe di un’azione cui si aderisce quasi con angoscia. Il merito va dato anche alla grande interpretazione di Jean Rochefort. Lo seguo quasi dai suoi esordi (…), ma non mi ha coinvolto come in questo personaggio di vecchio e di malato esprimendo ogni anche la più piccola sfumatura attraverso una mimica addirittura geniale, commovente, lacerante. Un attore magnifico, inimitabile.” (Gian Luigi Rondi, ‘Il Tempo’, 8 maggio 2016)

“(…) commedia interamente pensata e costruita per un Rochefort generoso, e infallibile, nel giocarsi una terza età al limite della quarta, pronta al sogno, un nuovo carattere di misantropo nella filmografia del regista (…). Non succede niente se non ciò che tocca e ritocca aspirazioni, rifiuti, emozioni e recriminazioni di personaggi chiari e familiari, a partire dalla Kiberlain, eppure «les choses de la vie» scorrono lasciando il segno.” (Silvio Danese, ‘Nazione-Carlino-Giorno’, 7 maggio 2016)